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Damiano Verucci L'appello è all'unità del centrodestra.

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Scendein campo con le idee chiare Stefania Craxi, leader del movimento Riformisti Italiani riunito ieri all'Auditorium della Tecnica nella Convention «Ritorno al futuro». L'ex sottosegretario agli Esteri fa una precisa scelta di campo, ovviamente nel centrodestra, ma con dei distinguo rispetto al Pdl. Innanzitutto nel riconoscere qualche merito all'azione di Monti che «ha ridato fiato internazionale al Paese», pur sottolineando che i provvedimenti dello stesso Governo «hanno depresso l'economia». Poi sulla politica estera, col plauso al voto dell'Italia all'Onu favorevole al riconoscimento della Palestina come stato osservatore. E infine nella scelta degli interlocutori: «Se Casini e Montezemolo vogliono ancora salvare la via maestra di un'offerta politica complessiva del centrodestra, uniscano gli sforzi». Un richiamo forte all'unità di centrodestra, quindi, prendendo atto del ritorno in campo di Berlusconi. «Una scelta che ha fatto chiarezza – secondo la Craxi – la realtà del Pdl è ancora lui». Tutti concetti sottolineati dagli applausi di una sala che ha tardato a riempirsi a causa delle cattive condizioni climatiche, spiegano dall'organizzazione, che hanno rallentato l'arrivo di alcuni pullman di simpatizzanti provenienti dal Centro Sud. Stefania Craxi appare serena e sicura di sé quando annuncia che i riformisti italiani saranno presenti con le loro liste in tutta Italia alle prossime politiche. Ancora non si conoscono i nomi di chi ne farà parte ma forte è il suo appello a tutti i movimenti di ispirazione liberale nella società civile per un impegno a fondo per il cambiamento del Paese: «Bisogna ripartire senza guardarci dietro e abbandonando ogni pregiudizio, perché del fallimento della Seconda Repubblica sono tutti responsabili, Berlusconi come Bersani, Casini come Fini». Modernizzazione è la parola chiave del programma dei Riformisti Italiani: dello Stato, degli apparati burocratici, della Pubblica Amministrazione, della giustizia, con la separazione delle carriere, la riforma del Csm e la responsabilità civile dei giudici. Poi il tema del lavoro, con la lotta alla disoccupazione attraverso la leva fiscale: aliquote più basse a chi crea occupazione e lotta all'evasione concentrata sui redditi più alti. Ma il cuore della proposta dei riformisti italiani è una revisione sostanziale della Carta Costituzionale. La via da seguire è quella della Repubblica Presidenziale accompagnata a una riforma del sistema elettorale analogo a quanto già previsto per l'elezione dei sindaci. Lungo e appassionato il discorso di Stefania Craxi, che strappa l'ennesimo applauso quando attacca «i demagoghi, i piazzaioli e gli estremismi di ogni tipo». Ogni riferimento a Grillo non appare casuale. Il leader dei Riformisti esclude, alla fine, un ritorno nel Pdl, ma detta la condizione per un appoggio a Berlusconi: l'assemblea costituente. «L'unica via d'uscita è la rottura con il passato, la via maestra è quella di un'Assemblea Costituente da eleggere a suffragio universale e alla quale demandare il compito di definire una organica proposta di riforma della Costituzione da sottoporre a referendum».

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