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Monti in bilico Berlusconi: «Il Paese e nel baratro La gente mi chiede di tornare»

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Lanciatoa tutta velocità contro Monti. Imboccando decisamente la strada di una nuova candidatura. Berlusconi ieri ha fatto letteralmente impazzire il Pdl. Nel vertice del pomeriggio a palazzo Grazioli aveva sposato una linea morbida, nessuno strappo con il partito, cautela sulla crisi di governo, un mezzo passo avanti sul sì alla modifica del Porcellum. Tanto che nel partito sembrava tornato un cauto ottimismo. Poi, in serata, a poche ore dalla chiusura dell'incontro – che comunque è stato aggiornato a oggi – il Cavaliere ha cambiato completamente linea. Ha attaccato a testa bassa il governo e si è lanciato nella campagna elettorale. Dando corpo a quello che aveva in testa da tempo, tornare a sfidare il centrosinistra per palazzo Chigi. «Sono assediato dalle richieste dei miei perché annunci al più presto la mia ridiscesa in campo alla guida del Pdl. La situazione oggi è ben più grave di un anno fa quando lasciai il governo per senso di responsabilità e per amore del mio Paese». «Oggi – attacca ancora – l'Italia è sull'orlo del baratro. L'economia è allo stremo, un milione di disoccupati in più, il debito che aumenta, il potere d'acquisto che crolla, la pressione fiscale a livelli insopportabili. Le famiglie italiane angosciate perché non riescono a pagare l'Imu. Le imprese che chiudono, l'edilizia crollata, il mercato dell'auto distrutto». Dunque, per Berlusconi, diventa inevitabile il suo ritorno in prima persona in politica. Magari anche con il Pdl. Almeno con quelli che ci stanno. «Non posso consentire che il mio Paese precipiti in una spirale recessiva senza fine – è la conclusione della nota – Non è più possibile andare avanti così. Sono queste le dolorose constatazioni che determineranno le scelte che tutti insieme assumeremo nei prossimi giorni». Parole che suonano anche come una minaccia molto dura a Mario Monti. Perché Berlusconi sembra intenzionato ad andare fino in fondo sulla sua volontà di sfiduciare il governo. Ora resta da vedere come reagirà Alfano e la dirigenza del partito davanti a questo nuovo annuncio. L'ex premier punterebbe sempre a creare una nuova coalizione di centrodestra con la Lega di Maroni e varie liste-movimento federate, capace di attrarre più consensi possibili (almeno il 25%) grazie a una «offerta diversificata» agli elettori (dall'area cattolica-centrista a quella riformista e liberale) che gli consentirebbe di trattare armi alla pari con il Pd di Pierluigi Bersani. L'idea di Berlusconi sarebbe anche quella di spingere gli ex An a fare un proprio partito, anche con la Destra di Francesco Storace, senza strappi. Il Cavaliere, infatti, è convinto che attraverso lo schema di una confederazione di più partiti, sarà più facile fare blocco contro la sinistra di Bersani-Vendola e i grillini, giocandosi la sua partita per la sopravvivenza nel 2013 con o senza Monti al governo. Decisiva sarà anche la decisione del Consiglio dei Ministri di oggi sull'Election Day. In una situazione che si è complicata ancora di più con la sentenza del Tar del Lazio che ha spostato l'appuntamento elettorale del Lazio al 3 e 4 febbraio. Se l'esecutivo volesse davvero accorpare elezioni politiche e amministrative dovrebbe dimettersi dopo poche ore per far sciogliere le Camere per rispettare i termini stabiliti dalla legge. Più probabile dunque che si decida di farle separate con il voto per il nuovo Parlamento ad aprile. O a marzo accorpando solo quelle per la Lombardia e il Molise.

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