
La maggioranza scivola il primo giorno e parte la resa dei conti

Alprimo banco di prova, l'elezione del nuovo presidente dell'Assemblea regionale, la maggioranza si sfalda in modo clamoroso. Risultato: Giovanni Ardizzone (Udc) è stato eletto, sul filo di lana (46 sì su 90, giusto quelli necessari alla seconda votazione), grazie ai voti di Pdl e Pid. E nella maggioranza, che in realtà è minoranza contando su 41 deputati su 90, è già resa dei conti. Facendo i conti tolti le preferenze di Pdl e Pid che hanno dichiarato di avere votato per il neo presidente, Ardizzone è stato votato solo da un pezzo dei parlamentari della sua stessa coalizione. I franchi tiratori sono stati almeno 12, se ad esprimersi a suo favore si annoverano anche i quattro onorevoli della lista di Nello Musumeci, che sta all'opposizione del governo (altrimenti salgono a 16). Di fatto, all'Ars, è appena nata una maggioranza differente da quella che ha eletto l'ex sindaco di Gela, che sperava in un fronte bulgaro in Parlamento. E invece, il quadro è già molto complesso. Lo si era capito fin dalla prima votazione, andata a vuoto (servivano 60 sì) con Ardizzone che non ha ricevuto nemmeno un voto. Ce l'ha fatta alla seconda conta, e soltanto all'ultimo voto scrutinato, raggiungendo il quorum di 46 preferenze. L'aria a sala d'Ercole, d'altronde, non era quella di festa. Al suo ingresso in aula il governo è stato accolto con freddezza: più che salutare l'ingresso di Crocetta, il primo presidente di sinistra nella storia della Sicilia, ci si è soffermati sul look di Franco Battiato, l'unico a non indossare la cravatta, d'obbligo per regolamento, e per questo ripreso formalmente (ma lui era già andato via) dal neo presidente Ardizzone. Così più che sulla truppa degli onorevoli grillini al loro debutto, la scena è stata tutta per i volti cupi di molti deputati della maggioranza. Per due giorni, i segretari di Pd e Udc, Giuseppe Lupo e Gianpiero D'Alia, hanno cercato di mettere tutti d'accordo sulla necessità di stringere un'intesa istituzionale con le opposizioni, in modo da creare le condizioni per legiferare, a cominciare dal bilancio. Ma i maldipancia e i mugugni sulle prime mosse compiute da Crocetta, che ha escluso i politici alla giunta formando una squadra d'intellettuali per un governo che vuol fare la rivoluzione, hanno prevalso sulle strategie. Unica nota di colore: le critiche al look di Franco Battiato, l'unico senza cravatta.
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