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Il segretario Angelino Alfano minimizza, parla di «forzature» della stampa.

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Leparole usate dall'ex premier all'assemblea dei giovani a Fiuggi deflagrano in un partito già spaccato in mille gruppi, con progetti e idee contrastanti. «Resto il leader dei moderati», ha detto due giorni fa Berlusconi, aggiungendo che è ancora in campo e che punta ad ottenere il 51% dei consensi. Ieri è stato il turno di Alfano, che ha fatto buon viso a cattivo gioco, anche perché fin dalla mattina presto i comunicati di sostegno al segretario e di stupore nei confronti delle dichiarazioni dell'ex premier si sono susseguiti. «Se Berlusconi deciderà di scendere in campo - dice Alfano - lo dirà oltre ogni forzatura giornalistica. Il concetto espresso da Berlusconi è molto noto e riguarda la stabilità, perché con il frazionamento delle liste lui ha sempre detto che è difficile governare». L'intenzione dell'ex premier di raccogliere la sfida e ricandidarsi del resto smentisce il documento scritto nero su bianco dopo la riunione dei vertici del Pdl a Palazzo Grazioli all'inizio di giugno, in cui si rilanciavano le primarie per l'individuazione del candidato premier. Ed è proprio su questo argomento che il segretario tiene il punto. «Le primarie sono state stabilite da un ufficio di presidenza presieduto da Berlusconi presso la sede dell'ufficio di presidenza di Palazzo Grazioli, non sono un'iniziativa di altri», precisa. E assicura: «È un'iniziativa comune, già deliberata dal comitato di presidenza del Pdl». Divergenze ci sono anche sulla data delle prossime elezioni. Mentre si moltiplicano le voci di un Berlusconi sempre più tentato di accelerare sul voto delle Politiche, Alfano resta fermo alla scadenza della fine naturale della legislatura, il 2013. «Le elezioni non sono lontane, la prossima primavera è vicina e vi dico contro ogni pronostico degli altri, pensate a cosa è successo in Grecia, che siamo ancora in grado di vincere, perché, con Grillo a queste percentuali sarà sufficiente per una delle coalizioni raggiungere il 40%, obiettivo alla nostra portata». E immagina un partito con una sola quota: il 100% di bravi per il quale le parole d'ordine siano «onestà e merito». Il segretario è determinato anche a cambiare la legge elettorale: «È una priorità e mi battero per questo». Del resto, aggiunge: «Questa è la prima vera misura anti-casta». Anche nel partito si frena l'ex premier. «Avanti tutta» con le primarie, dice il vicecapogruppo al Senato Gaetano Quagliariello. L'ex ministro Maurizio Sacconi fissa a martedì la messa a punto delle regole per svolgere le consultazioni. Netto anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno: «Condivido perfettamente la linea espressa dal segretario Angelino Alfano per il futuro del Pdl. Bisogna andare avanti con le primarie e fare di questa scadenza il momento centrale per lanciare il Pdl verso le prossime elezioni politiche». Gli fa eco il deputato Fabio Rampelli: «I venti anni di seconda Repubblica sono finiti anche per il Pdl. Dall'indizione delle primarie in poi si deve andare a un altro ritmo e credere in se stessi. Alfano è il leader che può farcela». Ancora più netto Gabriele Albertini. Per l'ex sindaco di Milano, «Berlusconi è il padre fondatore del partito al quale appartengo. Io sono stato pescato da un cilindro e mai avrei immaginato di finire a fare quello che faccio. Gli sono molto riconoscente, ma c'è un momento nella storia di ognuno in cui è necessario che qualcosa cambi. Bisogna preparare una successione, quando si è compiuto un ciclo. Berlusconi dovrebbe fare come Churchill che ha vinto la Seconda Guerra Mondiale, ha scritto dei libri sul conflitto quando si è ritirato e ha vinto anche un premio Nobel per la letteratura». Netto anche il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri: «Nei giorni scorsi l'ufficio di presidenza del Pdl, presieduto da Silvio Berlusconi, ha approvato all'unanimità un documento che ha indetto le primarie per designare il nostro candidato premier». Richiama tutti il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto: «Nell'immediato siamo impegnati a rilanciare il Pdl, quale che sia il nome futuro, con Berlusconi come allenatore-regista e con il segretario Angelino Alfano da candidare come premier».

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