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Inizia il G20 L'Unione resta «sorvegliata speciale»

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Conun nulla di fatto, i leader in viaggio per Los Cabos si sarebbero ritrovati ad atterrare in Baja California con un dossier in più da affrontare e su cui rassicurare i Grandi. Dopotutto, non è una novità, l'Ue arriva al G20 da «sorvegliata speciale» con i partner, Usa in prima fila, che attendono rassicurazioni e misure concrete per uscire dalla crisi. E se sono pronti a fare da sponda - come ha fatto sapere ieri la Cina parlando di «sforzi comuni» - non mollano il pressing. Oggi Barack Obama vedrà i leader dell'Unione poco prima dell'inizio dei lavori del summit, per fare il punto. Soluzioni da Los Cabos comunque non sono attese. Lo ha detto sabato sera il presidente di turno del summit, il messicano Felipe Calderon e lo ha ribadito anche ieri la Casa Bianca: «Ci saranno dei progressi, ma nessuno si aspetti una soluzione». Parole che lasciano intendere che l'Europa ha ancora due settimane di tempo per definire il suo cammino. L'appuntamento è infatti per fine mese per quel vertice Ue da cui, invece, gli States si aspettano una soluzione. Per la crescita e l'occupazione, che sarà il leit motive - dopo il G8 - anche del G20 e per una risposta che ridia fiato ai mercati allontanando lo spettro della speculazione. Con un pacchetto di misure su cui, ancora, i giochi sono aperti. Tra posizioni da avvicinare e strumenti su cui convergere, con nuove ipotesi che si susseguono. È di ieri - sulla stampa tedesca - l'ipotesi di «euro-bill», versione light degli eurobond che potrebbero convincere Berlino a ragionare sulla mutualizzazione del debito mentre da Bruxelles i vertici dell'Ue - Herman Van Rompuy e Manuel Jose Barroso - si dicono sempre più determinati nel portare avanti una ulteriore integrazione dell'Unione Europea. E Hollande - che ieri a Parigi ha incassato una nuova vittoria elettorale alle legislative - che avrebbe in cantiere un maxipiano (contenuto in un documento di 11 pagine) per la crescita da 120 miliardi di euro. Ma Los Cabos dovrebbe - è l'auspicio della presidenza - mettere anche un punto con la definizione delle quote, alla ricapitalizzazione per 430 miliardi di dollari del fondo dell'Fmi - creando un nuovo "firewall" per l'Europa. - decisa ad aprile a Washington. Intanto l'Ocse sottolinea intanto - per voce del suo segretario, Angel Gurria - che le «politiche di Italia e Germania sono un elemento di forza» ma, ricorda la Banca Mondiale, «ci vuole tempo».

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