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Il governo pronto a blindare la spending review con la fiducia

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Loha deciso il Consiglio dei ministri ma si tratta solo di una possibilità giacchè il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento, Giampaolo D'Andrea, ha affermato che al momento in Aula non si presentano particolari ostacoli, «dunque non vedo la necessità di porre la questione di fiducia». Il relatore del provvedimento Francesco Sanna ha sottolineato che «il lavoro delle Commissioni ha migliorato il testo originario. «Sono stati rafforzati -ha spiegato Sanna- i poteri della Consip nel determinare una sorta di costo standard generale di tali prestazioni, e dell'Osservatorio per gli appalti pubblici, anche con l'abbattimento dei limiti dell'entità delle gare pubbliche da 150.000 a 50.000 euro». «Sono state poi introdotte - ha continuato ancora Sanna- modifiche ai decreti-legge del 2009 nel senso di consentire la certificazione dei crediti delle aziende fornitrici dello Stato e del sistema pubblico, a cui si aggiunge anche l'aggancio dei crediti certificati all'utilizzazione del Fondo di garanzia dello Stato». «Questo, da una parte, -ha sottolineato Sanna- permette l'ottenimento di documenti di facile negoziazione bancaria e quindi gli anticipi dei pagamenti, rallentati dal sistema della spesa pubblica e dal Patto di stabilità. Dall'altra, però, consente anche la compensazione dei crediti verso lo Stato con i debiti di queste imprese verso le pubbliche amministrazioni». «La portata innovativa -ha spiegato infine Francesco Sanna- è sia nell'accorciamento dei termini di tutte queste procedure, sia nell'ammissione a tutto il sistema delle aziende fornitrici del settore sanitario anche nelle Regioni sottoposte a commissariamento e al piano di rientro». Il voto sui circa 30 emendamenti e sul testo avverrà questa mattina. Il piano di lavoro è comunque già delineato. Tutti i ministri sono impegnati nell'identificare le risorse della spending review: i piani dovevano arrivare entro il 31 maggio ma starebbero affluendo solo ora sul tavolo del supercommissario Bondi e del ministro Giarda. L'obiettivo iniziale era quello di reperire 4,2 miliardi, così da poter annullare l'aumento di due punti Iva di ottobre. Ma adesso, per far fronte all'emergenza terremoto, servirebbero almeno 5 miliardi. In caso contrario non si riuscirà a sterilizzare entrambe i punti di Iva. Difficile ora dire cosa accadrà, perchè i conti sono ancora in corso. Blindato rimane invece il pareggio di bilancio del 2013, anche se le ultime previsioni lo indicavano proprio sul limite massimo previsto dal close to balance.

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