
Sette sconfitte su sette, Maroni attacca Bossi

RobertoMaroni dà la colpa della debacle agli scandali della famiglia Bossi; mente Umberto, determinato a non mollare il suo partito, per il momento tace. Il Carroccio va ko a Palazzolo, Tradate, Senago, Thiene e San Giovanni Lupatoto. È un elenco di piccoli comuni sconosciuti ai più, non ai leghisti che accusano il colpo. Ma i lumbard perdono anche Cantù, dove anche un big, Nicola Molteni, deve arrendersi ad una lista civica. E non c'è nulla da fare neanche a Meda, anche se qui la sconfitta arriva per un solo voto. È un bollettino durissimo. Spetta a Matteo Salvini il compito di commentare in tv, per primo, a nome del Carroccio i risultati. Dal suo volto traspare l'amarezza e la sorpresa: «È stata la campagna elettorale più difficile e complicata di sempre per gli errori di qualcuno - spiega - Ma ripartiamo dai 380 sindaci della Lega che partecipano alla nostra fase nuova». Maroni fa il punto. I ballottaggi «non sono stati positivi», ammette l'ex ministro per il quale «la notizia dell'avviso di garanzia a Bossi e ai suoi figli ha determinato un ulteriore allontanamento dalla Lega». Insomma, «paghette e lauree - dice - hanno fatto giustamente arrabbiare gli elettori». Maroni riconosce la «sconfitta»: «Si conclude la nostra traversata nel deserto. Con i congressi si apre una fase nuova che ci vedrà nuovamente protagonisti con un ricambio generazionale forte ai vertici».
Dai blog

Vangelis, il pioniere dell'elettronica che reinventò la musica per il cinema


Lazio, Mourinho e Lotito riempiono l'Olimpico


La freschezza della menta sposa il cioccolato fondente, è subito estate
