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Pisanu parla. Il Pdl s'incendia

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Giuseppe Pisanu

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Un partito «liberaldemocratico» che costruisca «una gestione collegiale» e che guardi soprattutto a Pier Ferdinando Casini mettendo anche in conto un'eventuale scissione con gli ex An. Giuseppe Pisanu torna a disegnare il futuro del Pdl. La sfida è particolarmente rilevante, recuperare i moderati, che sono stati i veri assenti alle ultime elezioni. L'ex ministro dell'Interno incontrerà domani i parlamentari a lui vicini, poi potrebbe anche vedere l'ex premier Berlusconi. Già perchè è proprio il Cavaliere che Pisanu chiama in causa come «regista» insieme al leader dell'Udc della costruzione del progetto per i moderati: «Se Berlusconi si ritirasse - spiega - il Pdl sarebbe forse più libero, ma di sicuro molto più povero di voti». La tabella di marcia indicata da Pisanu, che nel corso della sua intervista rilancia la possibilità di un Monti bis con un governo più politico, fa mugugnare i più critici verso l'idea di costruire una nuova casa dei moderati. È soprattutto il vicecapogruppo del Pdl alla Camera, Maurizio Bianconi, a tuonare: «Pisanu si augura che gli ex An provochino una scissione per liberare il Pdl dai condizionamenti e permettere il via libera ad una formazione liberal-democratica laica e cattolica in grado di accogliere la grande maggioranza dei moderati italiani. Quella formazione, faccio notare ai più distratti, c'è già ed è il Popolo della libertà, dove non ci sono più "ex", ma iscritti al partito di tutti gli italiani di centrodestra». Infine la stoccata: «Francamente siamo stanchi delle operazioni e delle esternazioni dei vari Pisanu e Frattini, i quali con il pretesto di proporre la ricetta per il futuro dei moderati, lavorano da anni per farli precipitare in un passato oscuro di doroteismi e moroteismi che già ebbero a strangolare l'Italia. Comunque se Pisanu sente il bisogno di una scissione, completi il suo percorso. Il centrodestra vivrà un momento di chiarezza utilissimo». Una posizione che scatena l'ira di tanti nel Pdl. Se Fabrizio Cicchitto, senza entrare in polemica, ribadisce la necessità di «ricomporre lo schieramento moderato e riformista», in una nota congiunta alcuni azzurri della prima ora replicano: «È importante, in questa fase così delicata per la politica italiana, che in un partito aperto e plurale come il Pdl tutte le opinioni vengano ascoltate e discusse. Specie quelle di personalità di primo piano come il collega Franco Frattini. Specie quelle che chiedono di seguire la strada verso il popolarismo europeo» sottolineano Deborah Bergamini, Isabella Bertolini, Michaela Biancofiore, Mariella Bocciardo, Giuseppe Moles e Giorgio Stracquadanio. «Specie - insistono - quelle che vanno in direzione di quanto auspicato dal presidente Berlusconi e dal segretario Alfano. Fortunatamente il Pdl ha abitudini di grandi pazienza e rispetto e al suo interno trovano spazio tutte le opinioni. Persino quella del collega Maurizio Bianconi». Il clima in via dell'Umiltà, dunque, è piuttosto incadescente, in attesa che Alfano e Berlusconi sciolgano la riserva e svelino la «sorpresa» annunciata settimane fa una volta chiusi i ballottaggi. Ma che l'interlocutore principale in vista del 2013 sia Casini, nel Pdl non lo nega nessuno, tanto che si moltiplicano i «contatti» con i centristi. Dal canto suo Alfano non scende nei dettagli, si limita a ribadire che l'approdo finale è «riunire il campo dei moderati». Quanto alla futura premiership, il segretario non arretra rispetto alla convinzione che sia necessario ricorrere alle primarie: «Serve una scossa - spiega - e solo i nostri elettori saranno in grado di darla». Ma non c'è nessun rischio per la tenuta del governo dei tecnici: fino al 2013, mette in chiaro Alfano, Monti non si tocca, «va nella strada giusta».

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