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Un dipendente al figlio: «Non dire dove lavoro»

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CosìGiuseppe, dipendente Equitalia che lavora allo sportello a Roma si sfoga sulla situazione della società di riscossione, vittima di numerosi attacchi in questi giorni, ultimo quello di Livorno di ieri mattina dove sono state lanciate due molotov contro la sede locale. «Sembra che la colpa - afferma - sia dei lavoratori Equitalia. Oltre ai fatti che si leggono sui giornali e che preoccupano, il clima è pesante. Dire che lavori a Equitalia è come dire che hai la peste, è peggio che fare il carabiniere negli anni Settanta. Temo - sottolinea ancora l'impiegato - che qualcuno, esasperato per aver perso il lavoro o per aver chiuso l'attività se la prenda con noi che facciamo la riscossione. Lavoro allo sportello, sento da vicino i malumori delle persone», spiega il dipendente, evidentemente spesso alle prese con le proteste di chi ha ricevuto la cartella esattoriale. Il problema, come in molti sottolineano, anche dal fronte politico, non risiede però allo sportello: «Noi - ribadisce - facciamo solo il nostro lavoro. Sarà particolare, ma qualcuno lo deve pur fare, altrimenti le tasse non si riscuotono». È per questo che, conclude, bisogna capire che «noi dipendenti siamo solo il capro espiatorio, l'ultima rotella dell'ingranaggio». Ma la situazione è sempre più drammatica. Giovedì il premier Monti incontrerà il direttore dell'Agenzia, Befera. Intanto, anche se già non è un buon momento, a livello di opinione pubblica, per Equitalia, a rincarare la dose arriva anche l'inziativa dello psicologo Gilberto Di Benedetto che, per contrastare la «sindrome da cartella esattoriale» che sta causando suicidi e manifestazioni violente, ha proposto di usare una bambolina voodoo che rappresenterebbe, appunto, Equitalia. L'idea di Di Benedetto è nata da uno studio sull'emergenza suicidi che gli è stato commissionato dal movimento politico Lega Italica e, stando alla testimonianza dello psicologo, il macabro stratagemma avrebbe scoraggiato qualche aspirante suicida dal compiere il proprio gesto estremo. «Si tratta - spiegano i promotori dell'inconsueta iniziativa - di pungere con uno spillone un pupazzo di pezza rappresentante Equitalia indirizzando all'esterno tutta l'aggressivita che il potenziale suicida rivolge contro se stesso».

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