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Destra e sinistra d'accordo: Atene non esca dall'euro

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Bisognaintervenire mettendo in campo la solidarietà europea. È questo il messaggio che viene dal Parlamento di Bruxelles dove ieri si è svolto un workshop sul «Futuro dell'Europa» tutto centrato sul tema della crescita e la drammatica crisi greca. All'incontro si sono confrontati i coordinatori della commissione europea di politica economica e monetaria, europarlamentari e tre giornalisti, Veronique Auger di France 3, Ignacio Torreblanca, editorialista di El Pais, e Mario Sechi, direttore de Il Tempo. Tutti concordano, anche se con varie distinzioni, sul fatto che la Grecia non possa essere abbandonata al suo destino. Unica voce isolata quella dell'inglese Marta Andreasen che fa parte del drappello degli euroscettici e che ha rilanciato l'ipotesi di un'uscita di Atene dall'Euro «perché tornando alla dracma potrebbe incrementare il turismo, quale unica industria». Ma si tratta di una posizione marginale. Il francese Gauzes del Ppe, ha messo in evidenza che «il passaggio alla dracma renderebbe più difficile per Atene il rimborso dei debiti» e comunque inutile illudersi su un vantaggio per il turismo giacchè «è ormai in mani cinesi, proprietari di metà porto del Pireo». L'idea lanciata nel workshop è di organizzare un sistema di protezione per i Paesi in difficoltà sul modello di quanto è stato fatto negli Usa con l'industria automobilistica. Il tema è quindi di attivare la solidarietà europea. Sechi ha ricordato che tutti in Europa sapevano che Atene aveva truccato il bilancio per poter entrare nell'Euro. «Con la Grecia è in gioco il futuro dell'Eurozona» ha rilanciato Sechi in accordo con il Verde francese Daniel Cohn-Bendit che ha insistito sulla necessità di non sottovalutare l'esito del voto in Francia, in Grecia e anche in Italia. «È emersa una protesta e la Merkel non può far finta di niente». Il che significa cambiare il fiscal compact, inserire più dosi di sviluppo e riequilibrando il rapporto con il rigore. «Tutte le politiche europee finora sono state contro la crescita» è stata la provocazione lanciata da Sechi mentre la giornalista francese Auger ha proposto di rivedere lo statuto della Bce che è orientato solo al rafforzameno della moneta unica. Ma sulle ricette per far risalire il pil europeo, le posizioni all'interno del Parlamento europeo si diversificano. Anche se dai rappresentanti della destra come della sinistra il messaggio è univoco: bisogna fare uno sforzo di solidarietà a vantaggio della Grecia, il fiscal compact deve essere più attento alla crescita e il voto di protesta non può essere ignorato dalla Germania.

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