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La caccia a destra dei due sfidanti

L'ex presidente francese Nicolas Sarkozy

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A caccia dei voti dell'estrema destra. Nicolas Sarkozy già ieri nel primo giorno dopo le elezioni ha iniziato a insistere su temi che possono attrarre le simpatie degli elettori di Marine Le Pen. A Tours dove ha fatto il suo primo comizio in vista del ballottaggio ha rilanciato la «guerra» alla Ue sul contrasto all'immigrazione. «L'Europa che non regola i suoi flussi migratori, che non difende le sue frontiere, che apre il suo mercato senza una contropartita, è finita! – ha detto – I francesi non vogliono un'Europa colabrodo, incluso i più europeisti tra noi». «Le frontiere servono a proteggere – ha proseguito – I grandi Paesi che hanno successo sono quelli che hanno creduto nella Nazione e che fanno rispettare la propria identità nazionale. C'è una cosa che è più grande di noi che si chiama patria, che si chiama Francia». Poi un altro affondo: «I francesi ci chiedono di capire le loro sofferenze e di fare degli sforzi per cercare di risolverle. Non prendo questo voto alla leggera, domenica i francesi ci hanno detto che non vogliono più una globalizzazione senza regole. Dobbiamo tenerne conto». Ma anche Francois Hollande cerca di pescare voti nel bacino dell'estrema destra. «Ci sono degli elettori che possono essere andati a votare per rabbia – ha spiegato – È a loro che mi voglio rivolgere. Dobbiamo convincere quei francesi che ci hanno mandato segnali precisi». Per il secondo turno, Hollande – che può contare già sul sostegno dei radicali di Jean-Luc Mélenchon (11,1%) e dei Verdi (2,31%) – è accreditato del 53-54% dei voti, stando a un sondaggio di Bva e Ipsos, e i suoi collaboratori continuano a ribadire che «quattro francesi su cinque» hanno detto «no a Nicolas Sarkozy» dando «credito a Hollande». Ma il candidato socialista, partito da outsider , continua a mostrarsi prudente. «Siamo fiduciosi ma saranno i francesi a scegliere il loro destino», ha dichiarato nella speranza di dare alla Francia il suo primo presidente di sinistra da 17 anni. «C'è un voto Fronte nazionale che è un voto di esclusione, di divisione, ma non è la maggioranza», ha spiegato la leader del partito socialista Martine Aubry, parlando di coloro che «hanno l'impressione di non avere un posto nella società». Corteggiata dai due schieramenti il candidato dell'estrema destra, Marine Le Pen, ha dato appuntamento al 1° maggio per svelare la sua posizione. Ma fonti vicine al Fronte nazionale hanno già anticipato che la figlia del fondatore non darà indicazioni di voto. «I francesi sono liberi, fanno quello che vogliono, ma come potranno scegliere tra Sarkozy e Hollande quando vedono in che condizioni hanno lasciato il Paese?», ha dichiarato il direttore della campagna elettorale del Fn, Florian Philippot. Secondo alcuni sondaggi realizzati subito dopo il voto, al massimo i due terzi degli elettori del Fronte nazionale voteranno Sarkozy, «ma il presidente uscente avrebbe bisogno dell'80% dei voti andati a Le Pen», ha spiegato il politologo Pascal Perrineau. In misura minore, i due candidati rimasti corteggiano anche gli elettori del centrista François Bayrou (9,13%) che potrebbero fare la differenza. Bayrou ha già fatto sapere che sceglierà il 3 maggio tra Sarkozy e Hollande a seconda delle loro risposte sui temi più importanti. Ma già numerosi centristi hanno anticipato che daranno il voto al leader socialista.

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