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A lui i sondaggi non interessano.

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Maogni tanto - dice Mario Monti celando un sorriso - gli capita di buttarci un occhio. E constatare con soddisfazione che nonostante «le dure misure prese» per traghettare l'Italia fuori dalla crisi, la popolarità del suo governo è sì in calo, ma molto meno di «altre entità». Entità non meglio precisate, quelle citate dal premier, che lasciano però spazio ad interpretare quelle parole come un messaggio alle parti sociali, ma anche ai partiti che sostengono il suo governo, in un momento difficile per il delicato confronto anche sulla riforma del lavoro che si appresta a passare per le forche caudine del Parlamento. Immerso negli spinosi dossier mediorientali, il Professore ha trovato tempi e modi durante il suo tour nella regione anche per presentare le «sue» riforme. Come ieri, quando a Gerusalemme, durante una cena in suo onore offerta dal presidente israeliano Shimon Peres, ha rimarcato anche un'altra conquista di cui va fiero. Quella di aver «fatto parlare i partiti tra loro», nel segno di una «responsabilità nazionale» che pochi, all'interno ma anche all'estero, «accreditavano alla classe politica italiana». Monti rivendica così come «non del tutto immeritati» gli apprezzamenti al suo operato raccolti in giro per il mondo. Ultimi in ordine di tempo, quelli del Nobel Shimon Peres: «Considerato il calo dello spread e l'aumento della capacità di finanziamento del Tesoro, forse quei complimenti», osserva il Professore riferendosi alle parole di plauso rivoltegli dal presidente israeliano, «non sono del tutto infondati». Come dimostra anche l'opinione pubblica. A fronte delle «dure misure» adottate per «trascinare» l'Italia fuori dalla crisi, il consenso è calato «molto gradualmente e in misura modesta, più lentamente rispetto ad altre entità»: gli italiani hanno capito e sono più «maturi», dice lanciando un messaggio trasversale alla vigilia del suo rientro in Italia. La forza del suo governo, insomma, sono le riforme fatte, misure «mai adottate dai precedenti» esecutivi. Dalle pensioni - che gli esperti dicono aver trasformato il sistema italiano in quello più solido in Ue - al «grande» pacchetto delle liberalizzazioni, passando per la lotta all'evasione, solo per citarne alcune. «Il giudizio sull'Italia è abbastanza positivo anche al di fuori dai confini europei - ha detto a quanti ha incontrato in questi giorni - Per esempio il presidente americano Barack Obama ha dimostrato un interesse molto importante nei confronti di quello che sta accadendo in Italia e questo ci aiuta a stabilizzare il Paese all'interno dell'economia globale». Il viaggio di Mario Monti è stato anche «commovente», il premier ha visitato lo Yad Vashem e ha parlato di un'esperienza «sconvolgente». Non senza prima lasciare la sua promessa sul «libro d'onore degli ospiti»: «L'Italia rinnova il suo impegno contro ogni forma di antisemitismo». Anche con un occhio al passato. Perché quelle leggi razziali, promosse da Mussolini nel 1938, furono una «scelta infame», ancor più atroce «se si considera la partecipazione degli ebrei italiani al processo di costituzione dello Stato italiano», ha detto davanti alla comunità ebraica italiana di Gerusalemme. Con la moglie Elsa, il Professore ha seguito il percorso della «memoria» del museo della Shoah.

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