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Bossi jr: mai preso soldi dalla Lega

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Renzo Bossi

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Prosegue l'inchiesta dei magistrati di Milano, Napoli e Reggio Calabria nei confronti del tesoriere della Lega Francesco Belsito, accusato di truffa, riciclaggio e appropriazione indebita. I pm milanesi hanno inviato al presidente della Camera Gianfranco Fini la richiesta di perquisire l'ufficio dell'esponente leghista e aprire la cassetta di sicurezza ricevendone il via libera. In una procura affollata di giornalisti, si succedono intanto a ritmo incalzante gli interrogatori. Terminato quello della segretaria di Bossi, Daniela Cantamessa, sentita dai pm napoletani, è cominciato l'interrogatorio, davanti al pm Roberto Pellicano, di Nadia Dagrada, dirigente amministrativa del Carroccio e ideatrice dei gadget padani. "Sono tranquilla, non è stato faticoso rispondere", si è limitata a dire Cantamessa, lasciando la procura. Dagrada era stata perquisita ieri e interrogata circa nove ore.   A respingere le accuse è intanto Renzo Bossi, "il trota" che secondo i Pm sarebbe stato destinatario di somme di denaro. "Sono sereno, soldi dalla Lega non ne ho mai presi". Ha dichiarato. Anzi, "come tutti i miei colleghi do una percentuale al movimento e come tutti mi pago il leasing alla macchina e vivo in affitto". "Anche la mia famiglia soldi dalla Lega non ne ha mai presi. Deve ancora finire di pagare la ristrutturazione della casa di Gemonio. I lavori sono stati fatti quando il mio papà era ancora in ospedale". Comunque, conclude: "Ho fiducia nella giustizia". "Smentisco categoricamente tutte le notizie riguardanti la sottoscritta riportate dalla stampa". Ha affermato anche la vicepresidente del Senato, Rosi Mauro. Solidarietà a Bossi arriva da tanti esponenti del "Carroccio", dal sindaco di Verona Flavio Tosi che su Umberto Bossi metterebbe "la mano sul fuoco" a Roberto Castelli che però aggiunge: "Deve essere un'occasione per fare chiarezza e se c'è una mela marcia deve essere espulsa". Il presidente del Consiglio regionale lombardo, Davide Boni, indagato dalla Procura di Milano per presunte tangenti, invita i militanti a "combattere uniti" per difendere il segretario federale, così come Matteo Salvini: "Umberto Bossi non c'entra assolutamente nulla: ne sono arci-convinto". E assicura: "se qualcuno ha sbagliato sarà cacciato fuori a calci". Intanto è prevista, nel pomeriggio, una riunione della segreteria politica della Lega.

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