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Lavoro, il Cdm approva "salvo-intese" Napolitano: no licenziamenti a valanga

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Il presidente del Consiglio Mario Monti e Il ministro del Lavoro Elena Fornero

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Il governo vara la riforma del lavoro e sceglie come strumento il disegno di legge, in modo da garantire più spazio di manovra al Parlamento come chiesto dal Pd, ma tiene duro sull'articolo 18 e non prevede la possibilità di reintegrare i lavoratori licenziati per motivi economici. A cercare di rassicurare partiti e opinione pubblica interviene però il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che garantisce che le nuove regole non produrranno una «valanga di licenziamenti facili». Il via libera del Consiglio dei ministri arriva dopo più di cinque ore di discussione ed è "salvo intese", dunque aperto a ulteriori modifiche nei prossimi giorni prima di approdare all'esame delle Camere. La decisione di non procedere attraverso un decreto legge soddisfa i Democratici, che ora si preparano a dare battaglia durante l'iter parlamentare per cambiare le norme sulla flessibilità in uscita, ma scontenta specularmente il Pdl, che parla di una vera e propria resa da parte dell'Esecutivo. Anche qualche ministro, secondo quanto viene raccontato, avrebbe preferito uno strumento più incisivo e tempi certi per l'approvazione definitiva della riforma del mercato del lavoro. E sarebbe stato Monti in persona, dopo averne parlato con il Capo dello Stato e i presidenti di Camera e Senato, ad essersi dovuto spendere in favore di un ddl spiegando i rischi legati al calendario dei prossimi mesi, che fra festività ed elezioni amministrative vedranno deputati e senatori poco presenti a Roma. L'impegno, così come ricorda il numero uno di Palazzo Madama Renato Schifani, è comunque quello di incassare il sì del Parlamento al più tardi entro giugno. Sul fronte dei contenuti, invece, i capitoli più dibattuti durante il Consiglio dei ministri (che pure - viene raccontato - non avrebbero fatto cenno alle posizioni di partiti e sindacati) sarebbero stati il nodo dei licenziamenti e l'accelerazione dei tempi del processo. A causa delle molteplici tensioni sociali e politiche il titolare dello Sviluppo Economico Corrado Passera avrebbe addirittura, sempre secondo quanto viene riferito, proposto lo stralcio dell'articolo 18 in modo da garantire un esame della riforma più sereno. Mentre a Palazzo Chigi i ministri discutono, intanto nelle fabbriche proseguono le proteste con il quinto giorno di scioperi in tutta Italia e le opposizioni preannunciano battaglia. L'Italia dei Valori promette che farà sentire la propria voce «nelle aule e nelle piazze» e anche la Lega annuncia una «lotta senza quartiere in Parlamento, nelle fabbriche e nelle piazze». Una «bella discussione» è quello che ora si aspetta invece il Pd: «Io sto con i lavoratori», dice Pier Luigi Bersani che sulla scelta dello strumento legislativo vuole minimizzare spiegando di non «essersi mai aspettato nulla di diverso» data la «delicatezza» dell'argomento. «Il Parlamento non è solo Bersani, il Parlamento sono tanti», cerca di fissare però fin da subito i paletti il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini. Il partito che registra più malumori è comunque quello di Berlusconi: il segretario Angelino Alfano è il più cauto ma c'è anche chi alza i toni come l'ex ministro del Welfare Maurizio Sacconi che parla «di resa ai veti ideologici» e chi come l'ex An Ignazio La Russa chiede che si convochino i vertici del partito. E dubbi non li avrebbe nascosti in questi giorni anche l'ex premier, mettendo in guardia dai rischi di un depotenziamento della riforma, convinto che una volta sbarcata in Parlamento la sinistra sia pronta a disfarla.  Gli effetti delle misure contenute nella riforma del mercato del lavoro saranno periodicamente monitorati e valutati. Lo ha affermato il ministro del Welfare, Elsa Fornero, in videoconferenza a un convegno organizzato dalla Fondazione Cariplo e dalla Fondazione Corriere della Sera.  "Ci mancherebbe che una riforma così importante non fosse costantemente e periodicamente valutata", ha detto. "Abbiamo sicuramente l'intenzione - ha proseguito Fornero - di procedere a una valutazione e a un monitoraggio di ciò che viene innescato dalla riforma in termini di comportamenti di tutte le parti coinvolte. Non solo lavoratori e imprese, ma anche quella parte della pubblica amministrazione che ha un ruolo importante nel determinare un più fluido incontro tra domanda e offerta nel mercato del lavoro". "Che questo si associ necessariamente a una sperimentazione non è detto - ha proseguito il ministro - è anche possibile che le misure vadano in vigore in via non sperimentale ma vengano invece applicate in maniera estensiva, ma certamente sempre ben monitorate". Riferendosi all'Istat e all'Inps, la Fornero parlando del monitoraggio della riforma del mercato del lavoro ha affermato: "Abbiamo intenzione di coinvolgerli in modo pieno e stiamo anche pensando a nuove modalità di raccolta e di utilizzo dei dati, che possano essere messi a disposizione degli studiosi in maniera meno riservata".

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