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Lavoro, Fornero: ho sperato nell'intesa La Camusso: lacrime di coccodrillo

Il ministro Elsa Fornero a Cernobbio per il forum della Confcommercio

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Il giorno dopo l'approvazione "salvo intese" della riforma del lavoro che approderà in Parlamento nella forma del disegno di legge, molti dei protagonisti delle ultime settimane si incontreranno sul palco del Forum di Confcommercio. A Cernobbio sono previsti gli interventi del presidente del Consiglio Mario Monti, del presidente della Camera Gianfranco Fini, dei ministri Passera, Gnudi, Ornaghi e Profumo, del viceministro Grilli, del leader del Pd Pier Luigi Bersani, del leghista Roberto Maroni, del segretario del Pdl Angelino Alfano, di Enrico del Pd Letta e del segretario generale della Cgil Susanna Camusso. E naturalmente del ministro del Lavoro Elsa Fornero. FORNERO: IL TESTO È UN BUON PUNTO DI EQUILIBRIO "C'è stato un dialogo a volte anche molto aspro ma io ho creduto e sperato che potesse esserci un consenso generale perché secondo me questa riforma rappresenta un punto di equilibrio rispetto a molte tensioni, molti punti di vista diversi, prospettive e interessi", ha detto la Fornero nel suo intervento. "Devo dire che c'è un po' di rammarico da parte mia che alla fine la riforma non è condivisa pienamente, ma è una buona riforma", ha aggiunto ammettendo che la riforma del mercato del lavoro "non poteva non generare contrasti, passioni, diciamo antagonismi ma anche concordia e noi questa concordia l'abbiamo cercata senza mai esasperare i toni". Articolo 18 e indennizzi. L'articolo 18 "non ha senso che sia abolito. C'è una parte anzi che è stata rafforzata" ma sono stati fatti degli aggiustamenti, ha detto ancora ha precisato il ministro del Welfare. "Oggi è particolarmente difficile licenziare - ha detto Fornero - l'articolo 18 non può essere abolito anzi la parte dei licenziamenti discriminatori è stata rafforzata. Ci sono però anche ragioni economiche e oggettive e noi qui partiamo dal presupposto che non tutti i datori di lavoro siano cattivi. Comprendiamo l'esigenza di aggiustare la manodopera nelle piccole imprese. In questo caso non ci sarà più un giudice ma un indennizzo relativamente alto, da 15 a 27 mensilità". L'Italia torna a competere. La riforma del mercato del lavoro ha anche l'obiettivo di rendere l'economia italiana più attrattiva per le imprese che invece investono all'estero "e magari vanno a produrre in Serbia". ha detto  la Fornero ammettendo che "ci sono disinvestimenti preoccupanti,  vorremmo che queste uscite non fossero giustificate.  Questo è un paese dove si può investire e competere".  "Sempre che non cancellino tutto". Sui tempi della riforma il mistro sottolinea che il nuovo sistema di ammortizzatori sociali "nelle nostre intenzioni parte da subito". "Nel 2013 dovremmo avere l'Aspi e mini Aspi. È un buon cambiamento", afferma chiarendo che "la mobilità lunga andrà a morire nel 2017. Sperabilmente, se non cancelleranno le cose che noi facciamo ma non possiamo garantire nulla». La battuta sfugge al ministro del Lavoro, Elsa Fornero, al forum di Confcommercio a Cernobbio mentre illustra la riforma del lavoro. "No ai 'bocconcini' a tempo determinato". "Non siamo andati nella direzione del contratto unico perché ci sono flessiblità buone da preservare. La flessibilità" dei contratti a termine "è un fattore di produzione per l'impresa: alle aziende diciamo che se vuoi più flessibliità paghi qualcosa in più. Di qui, quel contributo che è stato fortemente contrastato". ha detto amncora il ministro del Lavoro, Elsa Fornero che  sottolinea l'introduzione di "un premio alla stabilizzazione" che mira a "rendere" i contratti a termine "possibilmente un po' più lunghi di quanto sia attualmente. Non ci piacciono i bocconcini a tempo determinato", conclude Fornero. CAMUSSO: DA FORNERO LACRIME COCCODRILLO Il governo "aveva tutte le condizioni per non doversi rammaricare, le trovo un po' lacrime di coccodrillo". È quanto afferma il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, in merito alle dichiarazioni del ministro del Welfare, Elsa Fornero, che si è rammaricata per non avere avito la piena condivisione. Sullo sciopero "non ci pare che ci sia nessun elemento che ci farà tornare indietro. Semmai è evidente che bisogna rafforzare di molto", ha detto il segretario  Cgil a margine del forum di  Cernobbio. "Siamo di fronte a un governo che ha scelto una strada che rende dispari i diritti", aggiunge Camusso: "Mi sembra  esattamente l'opposto di un'idea di unità e coesione del Paese". Il tema "è come far crescere il il Paese": per questo bisogna affrontare due temi fondamentali, fisco e investimenti, ha detto la leader della Cgil, Susanna Camusso nel suo intervento a Cernobbio. Il sindacato è rimasto "sbalordito per il rinvio, ancora una volta, della delega fiscale". La dirigente sindacale ha detto di non aver compreso la pressione per l'approvazione della riforma del mercato del lavoro. "Ci sarebbe una straodinaria urgenza di abbassare le tasse sul lavoro", ha aggiunto. Inoltre l'aumento dell'Iva "peggiorerebbe le condizioni dei lavoratori". Camusso, in questi due passaggi, è stata applaudita dalla platea degli imprenditori di Confcommercio e ha risposto: "Grazie ma queste cose le diciamo da tempo anche quando ci guardavate un po' male". "Le regole del mercato del lavoro non creano un posto di lavoro che sia uno", ha ribadito Camusso. "Da qui non è vero che viene la spinta alla crescita", ha aggiunto, certo "è utile regolare il mercato del lavoro e siamo i primi a dirlo ma la crescita la fanno gli investimenti e le rigorose scelte politiche di indirizzo degli investimenti". "Contrasteremo con tutti i mezzi che abbiamo la soluzione costruita sui licenziamenti", è l'annuncio del segretario generale della Cgil che ha sottolineato che "non condividiamo l'idea che la riduzione dei diritti dei lavoratori sia la strada di uscita dalla crisi. Il problema è la qualità del lavoro". Inoltre, con la modifica dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori "si è costruita una grande ingiustizia. Se un licenziamento è illeggittimo - ha detto il segretario generale della Cgil - deve avere la stessa sanzione qualunque sia la ragione di origine di quella di illeggititimità". ALFANO: MODIFICHE MA NON SOLO SU ART. 18 No a emendamenti di un solo colore. "O si accetta il punto di equilibrio che il governo ha individuato o se si comincia a lavorare su modifiche non si può immaginare che avvengano solo sull'articolo 18 e che siano modifiche di un solo colore". Lo ha detto il segretario del Pdl, Angelino Alfano, nel corso di un dibattito al forum di Cernobbio. "Prendiamo un impegno per chiudere i lavori entro un termine prefissato. Il presidente del Senato ha detto con saggezza entro l'estate, ovvero 4 mesi, e si chiude. Si prenda questo impegno per non dare impressione che su un capitolo fondamentale" si perde tempo. Modello tedesco, magistrati italiani. Di fronte al segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, che predilige il modello tedesco in materia di flessibilità in uscita sul mercato del lavoro, il segretario del Pdl, Angelino Alfano, ribatte che però i magistrati "sono italiani" e negli anni hanno avallato casi di reintegro "inaccettabili" per esempio a favore di persone che rubavano dai bagagli negli aeroporti. "Ho grande rispetto per la magistratura, ma le decisioni su questo tema hanno preso - ha detto Alfano durante una tavola rotonda al forum Confcommercio insieme allo stesso Bersani e all'ex ministro Roberto Maroni - una determinata piega con casi di reintegro inaccettabili. Non è la giurisprudenza tedesca".   BERSANI: CHIUDERE ENTRO L'ESTATE "Riforma interessante, portiamola avanti". Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, considera "possibile" l'obiettivo di un'approvazione definitiva della riforma del lavoro da parte del Parlamento entro l'estate. Lo ha detto a margine del forum di Confcommercio durante il quale parteciperà a una tavola rotonda con il segretario del Pdl, Angelino Alfano e l'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni. "La riforma - ha detto Bersani - contiene delle cose che a noi interessano molto. Vogliamo portarla avanti". MARONI: MODIFICHE ANCHE PER GLI STATALI "Non sono contrario alla riforma dell'articolo 18, purché si applichi a tutti, anche ai dipendenti statali". Cosi' Roberto Maroni, nel corso del dibattito con Alfano e Bersani. "Ci sono statali che, anche se rubano, non possono essere condannati", ha sostenuto l'ex ministro dell'Interno. Maroni aveva iniziato l'intervento parlando "bene" del governo Monti. "Gli do 7 per il metodo utilizzato". Nel confronto con le parti sociali, ha spiegato, "il governo ha ascoltato tutti e poi ha deciso di decidere, affidando il ruolo decisivo al Parlamento". "Ho apprezzato molto" questo metodo, ha affermato, anche se "nel merito il voto" alla riforma "è negativo". BONANNI: IL GOVERNO HA CAMBIATO OPINIONE, NON IO  Licenziamenti e articolo 18. "Io non ho cambiato opinione, l'ha cambiata il governo rafforzando la parte che ho chiesto", è il commento del segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, sulle norme che riguardano i licenziamenti. Il ministro Elsa Fornero, nel suo intervento aveva detto che avrebbe lasciato "a Bonanni descrivere come vorremmo cambiare l'articolo 18" prima di entrare nel merito. Il motivo, secondo Bonanni, è che della questione abbiamo "discusso moltissimo e ci sono state da parte mia sollecitazioni". "La vicenda economica - ha aggiunto - non poteva lasciare le maglie larghe rispetto ad abusi e situazioni di frode da parte delle aziende, e mi pare che il governo le voglia contenere. Se c'è questo è un buon contributo alla credibilità delle soluzioni trovate". Le partite iva.  Il segretario della Cisl ha sottolineato le parti positive come la stretta sulle partite Iva. "Ci sono evoluzioni importanti - ha detto a margine del Forum - C'è malafede di alcuni che le coprono, altrimenti si vedrebbe che è stata una discussione equilibrata".

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