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L'assunzione dei precari resta un miraggio

Una veduta esterna di Palazzo Montecitorio

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Dalla scuola al fondo di riserva per gli imprevisti, il cammino del decreto legge sulle semplificazioni ieri a Montecitorio è stato a dir poco impervio. Con il Pd che ha fatto addirittura balenare la possibilità di non votare la fiducia. Nel mirino l'intervento del sottosegretario all'Economia Polillo, definito arrogante dal vicepresidente della Commissione affari costituzionali, Zaccaria. Il capogruppo del Pd nella stessa Commissione, Bressa, aveva minacciato di non votare la fiducia se il governo, come sostenuto dal sottosegretario, avesse presentato un maxiemendamento per modificare la volontà espressa dalle commissioni. A riportare il sereno è stato il ministro Patroni Griffi che ha assicurato che la fiducia sarebbe stata posta sul testo uscito dalle Commissioni affari costituzionali e attività produttive. In ogni caso la ferita rimane aperta. Il presidente del gruppo Pd alla Camera, Franceschini, ha detto di non aver «mai pensato di non votare la fiducia. Ma resta un problema molto grave dal punto di vista istituzionale». Secca la replica di Cicchitto (Pdl) che ha ricordato che anche la Commissione bilancio fa parte della Camera e che le regole valgono per tutti. Una delle questioni da risolvere era relativa al fondo per gli imprevisti. Le Commissioni, spiega uno dei relatori, Stefano Saglia (Pdl), «hanno accolto tutte le modifiche chieste dalla Commissione bilancio, tranne quella sul fondo di riserva gestito dalla Presidenza del consiglio. Abbiamo insistito che rimanesse perchè la norma non elimina il fondo ma il meccanismo delle accise, quindi non ci sono meno fondi come lamenta Polillo». Ma il vero scoglio era la scuola. Dopo la bocciatura della stabilizzazione di 10.000 precari per mancanza della copertura finanziaria, ieri mattina Pdl e Pd si sono accordati su un nuovo testo che cancella le assunzioni ma anche il blocco dell'organico dei docenti e del personale Ata previsto dalla manovra dello scorso luglio. L'emendamento stabilisce che il numero degli insegnanti possa crescere nel caso di un aumento degli studenti. La definizione massima degli organici sarà definita con cadenza triennale a partire dal prossimo anno scolastico. La norma prevede inoltre che il ministero dell'Economia insieme ai Monopoli di Stato, entro 180 giorni dall'entrata in vigore della legge, verificherà la possibilità di emanare misure per finanziare le spese per il personale della scuola con risorse provenienti dai giochi. «Alla fine ha prevalso il buon senso e la continuità con una politica che punta a premiare la qualità. Nessuna stabilizzazione, fatto salvo un periodico adeguamento del numero degli insegnanti a eventuali variazioni della popolazione» ha detto l'ex ministro dell'Istruzione Gelmini. Mentre per i pd Manuela Ghizzoni e Bressa le risorse sono del tutto insufficienti ma si tratta di un timido inizio di attenzione al mondo scolastico. Ma prima dell'esame in aula del decreto, il parere della Commissione bilancio ha gettato nuova benzina sul fuoco delle polemiche. È previsto, infatti, che l'adeguamento dell'organico dei docenti sia comunque legato ai risparmi di spesa accertati. Una norma che l'ex ministro dell'Istruzione Fioroni ha definito «aberrante. È la prima volta che la determinazione degli organici della scuola non si decide in base ai bisogni educativi dei nostri figli ma ai risparmi effettuati». Salta anche la norma sull'assunzione dei presidi esclusi malgrado risultino vincitori di concorso. In serata il ministro Giarda ha posto la fiducia che sarà votata oggi alle 13.30.

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