Il grande accusatore: "Così agiva la cricca"
Cinque ore di faccia a faccia. È entrato alle 15,30 ed è uscito da piazzale Clodio alle 20,30. Il grande accusatore dell'inchiesta sulle presunte mazzette dei vigili urbani pagate da commercianti e professionisti di Trastevere è stato sentito dai magistrati di Roma. Paolo Bernabei, l'imprenditore trasteverino che avrebbe subito le continue richieste di denaro da parte di alcuni agenti della Polizia Roma Capitale del primo Gruppo, è stato ascoltato come persona informata sui fatti dal procuratore aggiunto Alberto Caperna e dal pubblico ministero Laura Condemi. Nel lungo interrogatorio gli inquirenti hanno cercato di ricostruire tutti i passaggi della vicenda che ha portato all'iscrizione sul registro degli indagati di cinque vigili urbani per concussione e del geometra per falso. Fu il fratello Silvio Bernabei lo scorso giugno a denunciare alla Polizia Roma Capitale e al Campidoglio cosa stava sopportando da tempo. Tra questi episodi, quello relativo alla richiesta di 40 mila euro: si tratta di 10 mila euro che ha incassato il geometra e altri 30 mila euro che invece lo stesso geometra ha chiesto e consegnato alla «cricca». Paolo Bernabei avrebbe infatti ricostruito con i pubblici ministeri come agivano i vigili urbani indagati, a partire dalle cifre richieste per le tangenti. Prima di ascoltare l'accusatore numero uno, la procura ha interrogato per un'ora e mezza, sempre come persona informata sui fatti, il comandante dei vigili urbani del primo Gruppo, Stefano Napoli. Al centro del colloquio, la decisione di trasferire 30 agenti dagli uffici «caldi». Lo stesso Comandante avrebbe infatti spiegato al procuratore Caperna che si sarebbe trattato solo di un turn over, proprio per evitare che una divisa potesse rimanere troppo in un delicato settore. La procura comunque avrebbe intenzione di acquisire proprio la documentazione riferibile ai trasferimenti per verificare che non si sia trattato di provvedimenti legati anche a presunte irregolarità commesse dai vigili urbani mentre ricoprivano ruoli delicati all'interno del Corpo. A distanza di pochi minuti dall'interrogatorio di Stefano Napoli, è arrivato nella stanza del procuratore reggente Giancarlo Capaldo al primo piano del palazzo di Giustizia il sindaco di Roma Gianni Alemanno. Il primo cittadino, che aveva già incontrato l'alto magistrato lo scorso venerdì, è rimasto nel suo ufficio appena venti minuti, durante i quali avrebbe espresso la sua preoccupazione per il Corpo della Municipale, travolta dalla bufera giudiziaria che potrebbe essere soltanto all'inizio. «Bisogna combattere - ha affermato il sindaco appena uscito dalla stanza di Capaldo - contro qualsiasi forma di non trasparenza e non correttezza come quella che è stata evidenziata da questa indagine. Nel fatto specifico non ci sono novità particolari». Per ora tre dei cinque vigili indagati sono stati trasferiti, uno è in pensione e l'ultimo lavora presso un altro Gruppo. Nei prossimi giorni potrebbe essere convocato come testimone anche il comandante Angelo Giuliani.