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Le buone azioni dei ministri italiani

Il ministro per i Rapporti col Parlamento Piero Giarda

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Investimenti prudenti in Borsa, dove normalmente i soldi si possono vaporizzare in pochi minuti. I ministri del governo Monti, quelli che hanno reso trasparenti i loro patrimoni su indicazione del presidente del consiglio, quando mettono soldi a Piazza Affari preferiscono i big del listino. Titoli cosiddetti sicuri o comunque difficilmente travolti da onde speculative distruttive. Così spulciando tra le dichiarazioni si trovano i colossi pubblici Enel, Eni e Finmeccanica e delle principali banche (Intesa Sanpaolo e Unicredit). Spazio per azioni di altri grandi gruppi come Pirelli, Prelios, Fiat, Telecom Italia e Generali. Si parte dal ministro della giustizia, Paola Severino, nel cui portafoglio spiccano 4.576 titoli del colosso assicurativo di Trieste. Al quale si affiancano 500 azioni della Gbm spa. Molto più equilibrata in termini di rischio è la dotazione azionaria di Renato Balduzzi, titolare del dicastero della Salute. Per lui un castelletto di titoli del listino milanese ben assortito con Atlantia, Banca Carige, Fiat ed Eni. Non mancano Finmeccanica, Generali, e le Telecom Italia nelle diverse forme: ordinarie, risparmio e media. In tutto ai valori attuali circa 90 mila euro. Balduzzi però non disdegna anche il risparmio gestito dagli operatori specializzati in particolare i fondi Eurizon che investono nei paesi emergenti, in tecnologie avanzate e fedele alla sua missione anche in salute e ambiente. In linea con la strategia difensiva anche il ministro dell'Istruzone, Francesco Profumo, che nel suo giardinetto ha 8.177 azioni tra Intesa, Mps, De Longhi e la costola DelClima, Enel, Telecom e Finmeccanica. Il ministro dei rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, è molto sintetico ma sicuramente uno dei più ricchi dal punto di vista della Borsa. Con i suoi 190.493 titoli di 14 società diverse (non indicate distintamente) assomma un valore complessivo di 405 mila euro. E si conferma uno dei più spericolati dal punto di vista della composizione del portafoglio. Nei più sicuri, almeno fino alla crisi degli spread, titoli obbligazionari e di stato non supera i 100 mila euro. I fondi internazionali sono la passione di Enzo Moavero Milanesi che ha circa 200 mila euro in fondi comuni di investimento e circa 200 mila in gestioni di portafogli di investimento. A scorrere la lista le quote sono gestite da nomi della grande finanza come la Julius Bar, e la svizzera Ubs. Azioni di aziende a controllo pubblico anche per il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola che tra i beni finanziari ha 398 azioni Enel, 68 di Finmeccanica e 14 della Deuetsche Telekom. Più corposo il pacchetto di fondi internazionali di stretta marca anglosassone con quote di Pioneer investment per 45 mila euro. Non specificato il comparto obbligazioni nello specifico ma l'importo è consistente: 655 mila euro. Lontano da Piazza Affari si segnala il ministro dell'Agricoltura Mario Catania. Non un solo euro è messo in azioni. Ma il tesoretto c'è: 450 mila euro in titoli di Stato. In cerca di solidità ma anche fiduciosa sul futuro industriale del Paese il responsabile del Welfare, Elsa Fornero. Le azioni in suo possesso sono Pirelli, Prelios e cioè l'ex ramo immobiliare di Pirelli e i warrant della Parmalat. Amante del mattone, il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, ha fatto una sola puntata in Borsa: 100 azioni della Popolare di Vicenza per un controvalore di 6.267 euro. Fedele, invece, alla sua natura di manager il ministro del Turismo è un altro re del listino. Nella lista presentata ci sono ben 22 titoli. Un paniere azionario con titoli di grande prestigio: non solo Generali, Enel, Mediobanca, Intesa SanPaolo e Unicredit. Ma anche France Telecom ed Deutsche Telekom. Ma anche titoli quotati a Wall Street come Exxon mobil, Ibm e General Electric. Amante dei fondi anche il ministro della Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi, che oltre a un piccolo numero di azioni Enel ed Enel Green Power, nel portafoglio ha 8 fondi Pictet (tra i quali quelli specializzati in alti dividendi, India, Cina ed energia pulita) per un controvalore totale di 182.872,26 euro e un portafoglio Fideuram Investimenti composto da due pacchetti per un controvalore di 75.574,16 euro. Porto sicuro anche per i risparmi investiti dal ministro della Cultura, Lorenzo Ornaghi, che nel suo pacchetto ha invece 8.373 azioni Unicredit spa e 1.100 azioni Conafi, operatore specializzato nella concessione di prestiti. Niente azioni, infine, per il ministro dell'Ambiente, Clini.

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