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Sequestrati i conti all'ex tesoriere

Luigi Lusi in una foto del 2008 presa dal suo sito

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I saldi dei conti correnti delle società «Ttt» e «Paradiso Immobiliare», riconducibili al senatore Luigi Lusi, sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza nell'agenzia di via Ferdinando di Savoia dell'Unicredit. L'ammontare, secondo quanto si è appreso, è di 495 mila euro. Alle società «Ttt» e «Paradiso Immobiliare» sono intestati l'appartamento di via Monserrato, nel centro storico di Roma, e la villa di Genzano in cui risiede l'ex tesoriere della Margherita. Per quanto riguarda la presunta terza casa del parlamentare acquistata con i soldi della Margherita, il suo avvocato Luca Petrucci, spiega che «Lusi non l'ha mai comprata». La «Immobiliare Paradiso» «non è affatto proprietaria di una villa ai Castelli, che sarebbe sconosciuta agli investigatori» ha chiarito Petrucci, che ieri si è presentato a piazzale Clodio per ricostruire la vicenda con il procuratore aggiunto Alberto Caperna, il pm Stefano Pesci e l'ufficiale del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza che sta svolgendo gli accertamenti contabili. «Non c'è nessuna altra proprietà immobiliare, riconducibile a Lusi, che non sia già nota a chi indaga», ha spiegato il penalista. «La Immobiliare Paradiso, a seguito un'asta fallimentare, si era aggiudicata la gara il 16 dicembre 2011 per l'acquisto di una villa ad Ariccia, per cui era necessario un fido di 500 mila euro del Monte dei Paschi di Siena. L'istituto di credito, però, si è tirato indietro e Lusi ha rinunciato all'acquisto».  Gli investigatori ritengono che l'affare immobiliare non sia stato perfezionato perché poi le notizie di stampa relative all'indagine avviata dalla procura sull'ex tesoriere della Margherita hanno spaventato tutti i soggetti interessati all'operazione. «Di fatto - ha ribadito l'avvocato Petrucci - questa villa ad Ariccia, che sarebbe stata comprata per un milione e 200 mila euro, 600 mila in meno del valore di mercato, non fa parte delle proprietà immobiliare di Lusi. Gli inquirenti sanno benissimo che il mio cliente, oltre all'appartamento di via Monserrato, nel centro di Roma, e alla villa di Genzano, possiede altre due case di famiglia, una a Capistrello, in Abruzzo, e una, sempre nella Capitale, in via Ugo Ojetti, peraltro, già segnalate ai magistrati quando si è trattato di fare un calcolo ipotetico delle somme da restituire».  Equivoco a parte, l'attività di verifica degli investigatori, finalizzata a controllare i bilanci contabili degli ultimi cinque anni (2007-2011) della Margherita, prosegue senza sosta per capire se l'ex senatore del Pd si sia appropriato di somme ulteriori. Per questo motivo, a piazzale Clodio, non si esclude che Lusi possa essere nuovamente interrogato. La documentazione contabile è stata portata in Procura da Nicola Madia, uno dei legali della Margherita.  Nel frattempo proseguono le trattative tra gli avvocati della formazione politica e il difensore di Lusi per risolvere la questione legata alla restituzione delle somme sottratte. Saranno un avvocato civilista e un notaio ad esaminare l'offerta avanzata dal senatore espulso dal Pd. In particolare, dovranno accertare se le quote della società «Ttt», proprietaria dell'appartamento al centro di Roma e della villa di Genzano, entrambi acquistati da Lusi, non siano gravate da debiti.  Una questione piuttosto intricata, per cui l'ex tesoriere della Margherita potrebbe essere nuovamente risentito dal procuratore aggiunto Alberto Caperna e dal sostituto Stefano Pesci la prossima settimana. Intanto in Parlamento aumentano le proposte di legge presentate dai partiti per approvare nuove norme che riducano i finanziamenti ai movimenti e dispongano rigidi controlli sui bilanci. Saranno discusse a partire dalla prossima settimana. Parallelamente alle indagini sul caso Lusi vanno avanti anche quelle scaturite dalle notizie di stampa sulla plusvalenza da 18 milioni di euro legata alla compravendita di un immobile in via della Stamperia, nel centro storico di Roma, da parte della società «Estate due», amministrata dal senatore Riccarco Conti (Pdl). Due giorni fa il nucleo valutario della guardia di finanza si è recato nella sede dell'Enpap, l'ente di previdenza degli psicologi, che il 31 gennaio 2011 acquistò il palazzo per 44 milioni di euro (pagato da «Estate Due» 26 milioni poche ore prima) e ha acquisito tutta la documentazione riguardante quell'operazione. La procura ha configurato il reato di peculato. Il procuratore aggiunto Caperna e il sostituto Corrado Fasanelli vogliono vederci chiaro e, dopo aver anche acquisito lo statuto dell'Enpap, al fine di accertarne la configurazione giuridica, intendono approfondire anche l'aspetto della gestione finanziaria dell'ente.

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