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Sul Milleproroghe Monti perde 26 voti

Camera dei Deputati

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Con 469 voti favorevoli, 74 contrari e cinque astenuti (tutti del Pdl: Giuseppina Castiello, Guido Crosetto, Gianni Mancuso, Antonio Martino, Giuseppe Moles), il decreto Milleproroghe è passato alla prova del voto di fiducia della Camera. Hanno votato contro la Lega e l'Idv mentre Pdl, Pd e Terzo Polo sono stati compatti per il sì. Non hanno partecipato al voto 63 deputati: 24 deputati Pdl, tra i quali gli ex ministri Pdl Romani, Scajola, Tremonti; 14 del Pd e 5 del Pd. Martedì ci sarà il voto conclusivo, poi il provvedimento passerà in Senato. Il governo Monti però perde 26 voti. Lo scorso 16 dicembre i sì erano stati 495 a fronte di 88 no e 4 astenuti. Numeri ancora più lontani dalla maggioranza ottenuta nel primo voto di fiducia alla Camera il 18 novembre scorso: i sì furono 556, i no 61. Da allora il governo ha perso i voti dell'Italia dei Valori e quello di alcune componenti del Misto come i tre deputati di Noisud. Il decreto scade il 29 febbario ed è quindi scontato che subisca ulteriori modifiche e debba tornare a Montecitorio per la terza lettura. Sul Milleproroghe si è scatenato il consueto assalto alla diligenza a base di aumenti delle imposte e allentamento dei cordoni della spesa in alcuni settori. È il caso dell'incremento delle accise sulle sigarette che va a sostituire l'aumento dei contributi degli autonomi a copertura delle misure previdenziali per lavoratori precoci e esodati. I precoci che hanno raggiunto i 42 anni di contributi ma non i 62 anni d'età, potranno andare in pensione fino al 2017, senza penalizzazioni. Per il conteggio dell'anzianità contributiva saranno validi anche i periodi di assenza dal lavoro per gravidanza e servizio militare, per malattia, infortunio e cig, mentre resta fuori da conteggio il riscatto degli anni di università. Mentre gli esodati, cioè coloro che in vista della pensione hanno accettato incentivi economici per lasciare il lavoro ma che vengono penalizzati dalle nuove regole, potranno andare in pensione con le vecchie regole se il rapporto di lavoro si è concluso entro il 31 dicembre 2011. Cancellata la proroga della sanatoria dei cartelloni elettorali abusivi e poi deroga per ottenere i rimborsi elettorali in Molise (il rimborso ammonta a circa 300.000 euro) e rinvio della stretta sulle assunzioni del personale scolastico da parte degli enti locali. Viene quindi spostata al prossimo anno la riduzione di spesa, per le assunzioni a tempo determinato e con contratti di collaborazione, che attualmente è fissata al 50% delle risorse destinate a questa voce nel 2009. Novità in arrivo anche per il personale scolastico, in procinto di andare in pensione. L'accesso al vecchio sistema previdenziali sarà consentito a chi avrà raggiunto i requisiti necessari entro il 31 agosto 2012. Modificata la norma della manovra sulla Agenzia per le autostrade: eventuali ritardi nella creazione non porteranno alla soppressione dell'ente. Prorogata di tre mesi, al 30 giugno di quest'anno, l'entrata in vigore del Sistri (Sistema di controllo per la tracciabilità dei rifiuti). Proroga al 31 dicembre 2013 per le convenzioni tra Anas e le società concessionarie. Inoltre i comuni turistici potranno adottare contratti per i vigili stagionali per tutto il 2013. Prorogate al 31 dicembre 2012 le concessioni sul demanio marittimo, lacuale e portuale, anche ad uso diverso da quello turistico-ricreativo. Il decreto, prima di ottenere l'ok da parte della Camera, ha avuto bisogno di un doppio make up dalle commissioni. Dopo il primo via libera, della scorsa settimana, e l'approdo in aula, il dl è infatti tornato indietro per cancellare l'incremento dei contributi per gli autonomi. Una copertura che era stata individuata per assicurare le risorse necessarie alle norme su esodati e precoci, ma che non è piaciuta al Parlamento e allo stesso ministro del Lavoro Elsa Fornero. Non è stata risolta interamente la questione dei pensionandi delle Poste, ma il problema è stato rinviato all'esame del Senato. Così come sarà probabilmente cambiato o tolto a Palazzo Madama lo stanziamento per i profughi italiani dalla Libia inserito in commissione nonostante il parere contrario del governo per problemi di copertura. Ci sono altri temi, trattati negli ordini del giorno, che sono rimandati alla seconda lettura: dal differimento dei pagamenti telematici della pubblica amministrazione, agli indennizzi per le aziende in crisi, ai fondi per l'ippica. Il governo ha accolto l'ordine del giorno a firma Rampelli, Marsilio e Maurizio Turco (Radicali), che chiede il ritorno in mano pubblica dell'intera proprietà della Banca d'Italia. Da risolvere la questione delle risorse per gli alluvionati della Puglia.

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