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Silvio: "Nessun frutto. Ci richiameranno"

L'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi

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Un Berlusconi preoccupato. Allarmato. Il Pdl non va. Dopo il governo Monti ha continuato a scendere. Ormai nei sondaggi è ai minimi termini, sotto quota 23%; appena alle Europee di due anni e mezzo fa era al 35. Poi c'è un altro numero che inquieta il Cavaliere e riguarda Mediaset. La sua azienda ha perso il 26,2% negli ultimi sei mesi (anche se nell'ultimo mese ha segnato un +12) e il 50,5% nell'ultimo anno. Insomma, il governo tecnico non ha giovato per nulla. Per nulla al suo partito, per nulla alla sua azienda, all'economia italiana. Tanto che da settimane ripete ai fedelissimi: «Avete visto che lo spread non scende? Visto che non era colpa mia?». In questo contesto arriva anche l'ultima mazzata: il governo ha deciso di rivedere la gara sulle frequenze tv. Per Berlusconi è arrivato il tempo di rompere gli indugi e parlare. «La cura del governo tecnico non ha dato alcun frutto», sentenzia l'ex premier. Tanto deludente che a questo punto gli italiani lo rivogliono a gran voce. Aggiunge anche una battuta più che eloquente: «Ci aspetteremmo di essere richiamati ad occupare le posizioni di governo che avevamo prima visto che questa è la democrazia e noi siamo stati eletti». Insomma, Berlusconi ci prova. Prova a rialzare il morale dei suoi, prova ad autoconvincersi. Ma questo non vuol dire che si appresta a silurare l'esecutivo: «No», non molleremo il governo «se non c'è una soluzione alternativa che promette di essere positiva, è inutile, andiamo avanti così». È un modo per tenere comunque assieme tutte le anime del Pdl. Quelli che non amano l'esecutivo Monti ma anche coloro che invece non vogliono regalarlo al centrosinistra. Non vogliono nemmeno consegnare Corrado Passera come candidato premier del Terzo polo alleato del Pd. Ma è anche la prima volta che l'ex presidente del Consiglio stronca senza mezzi termini l'azione del suo successore. Boccia senz'appello il Professore. Nei mesi scorsi era stato piuttosto clemente: «Chi può capire Monti più di me...», aveva detto arrivando anche anche a consigliargli di avere pazienza. Ora arriva una sorta di inversione di tendenza o semplicemente un messaggio inviato a Monti. Nega (ma implicitamente conferma) che il suo partito sia crollato nei sondaggi. «Il Pdl non è in caduta libera, lo è tutta la politica». Ricorda che adesso si valuteranno con attenzione i prossimi passi: «Abbiamo avuto diversi incontri con il governo - ricorda - e siamo intervenuti perché molte cose fossero modificate. Altre sono ancora modificabili in Parlamento». Tuttavia Berlusconi prova a ribadire la sua centralità sulla scena politica: «Io sono al servizio del Paese». «Altra cosa però - precisa - è se mi chiedete se mi presenterò come candidato», aggiunge l'ex premier, in sostanza confermando che non si ricandiderà. Berlusconi spiega che non è solo l'Italia ma «è l'Europa che è in crisi» e nel nostro Paese «c'è un esercito del 45% degli italiani che non sa chi votare». «È l'Europa che è in crisi e sta mettendo in crisi tutto il mondo - spiega il predecessore di Monti - nessuno capisce più cosa voglia questo vecchio continente che è assolutamente superato nella concorrenza dall'Oriente». Secondo Berlusconi, «la Cina in quattro anni mette in campo una forza lavoro pari alle quattro grandi potenze europee, una forza lavoro che lavora 12 ore al giorno e il sabato e non è sindacalizzata». E poi, sempre rivolto ai cronisti, sottolinea: «Voi pensate se queste sono condizioni nelle quali noi possiamo resistere senza nessun governo che pensi a mettere in campo delle difese adeguate che possono essere dazi, che possono essere trattative con questi Paesi, che possa essere una moneta sostenuta da una banca centrale». Questa, prosegue ancora, «è una situazione che credo nessun governo possa arrivare a cambiare». E poi sull'Italia: «Questa situazione ha fatto sì che c'è un esercito del 45% degli italiani che sono indecisi e si domandano per chi votare e cosa votare e se vale la pena di votare». Una situazione che sembra illustrare il vero motivo per cui Berlusconi pensa non sia il caso di tornare al voto: «Abbiamo scelto il male minore che è stato quello di sostenere il governo tecnico». L'esecutivo tecnico adesso ha da affrontare la crisi. Lo stesso Cavaliere avverte: la soluzione della crisi economica italiana non va cercata solo in Italia ma in Europa. In particolare in Germania. «Ci troviamo in una situazione molto difficile - sono le sue parole - che non dipende però dall'Italia. Io avevo fatto già da tempo una diagnosi chiara della situazione. È l'euro che si trova in una situazione anomala perché non ha un governo dietro e una Banca centrale che garantisca per la moneta come invece fa la Federal Reserve. Finchè questo non avverrà saremo in crisi». «Tre o quattro mesi fa - evidenzia - avevo fatto una diagnosi chiara della situazione dicendo che c'è una moneta, l'Euro, che è in una situazione anomala perché non c'è un governo dietro con una politica monetaria adeguata». Casini preferisce non scontrarsi con Berlusconi: «Non voglio polemizzare con il presidente Berlusconi che sostiene come me il presidente Monti, penso che la cura stia dando i frutti, basta vedere lo spread di queste ore e la credibilità recuperata a livello nazionale ed europeo». «Invito Berlusconi - aggiunge - ad essere più ottimista. Lui ha governato quattro anni, lasciamo qualche mese in più a Monti e poi vedremo i risultati». D'Alema invece è sferzante: «Oggi Berlusconi ha detto che andrebbe richiamato in campo, poi ha detto che era una battuta, nessuno ha riso... È passato un brivido».

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