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Monti difende le liberalizzazioni

Il premier Mario Monti

"Ora riforma del lavoro senza tabù"

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Quasi un'ora di intervista, per Mario Monti da Lucia Annunziata, impiegata soprattutto per difendere le liberalizzazioni dalle critiche di partiti e corporazioni e per lanciare un avvertimento chiaro alla vigilia dell'incontro con le parti sociali sul lavoro: "Non ci si può sedere al tavolo assumendo tabù. Vale per tutti, sindacati, imprese e anche per il governo". Il premier, come ormai di consueto, ha risposto alle domande con tono gentile, ma con fermezza e, a tratti, anche con durezza: altro che atteggiamento "dilatorio" sulle liberalizzazioni, "è un termine che respingo". FERROVIE? COME L'ENERGIA Il premier, con una certa malizia, ha ricordato che sulle ferrovie, per esempio, ha usato lo stesso schema a cui ricorse Pier Luigi Bersani quando, da ministro, liberalizzò il mercato dell'energia elettrica: "Uno dei provvedimenti di Bersani ha introdotto in linea di principio la possibilità di separare, poi la decisione applicativa non aveva bisogno di una legge e così è nata Terna. Per le ferrovie abbiamo applicato questo meccanismo. Perché abbiamo resistito a impulso liberalizzatore immediato? Non sono iperliberista, non sono un privatizzatore. Non andiamo a creare una situazione dove un eccesso di zelo astratto possa portare non sufficienti benefici per i consumatori e vantaggi solo per le imprese straniere". PDL: NON FAREMO CADERE IL GOVERNO E non deve essere certo un caso che Bersani sia uno di quelli che ieri, e anche oggi, hanno chiesto "di più" sulle liberalizzazioni, spiegando che il Pd presenterà emendamenti per correggere i "passi indietro" e i "pericolosi rinvii", conseguenza delle pressioni della "destra" e di "questa o quella lobby". Peraltro, richieste di correzione sono arrivate anche dal Pdl e se Fabrizio Cicchitto ha replicato agli ultimatum di Bossi dicendo che il Pdl non farà cadere il governo ora, è anche vero che pure il partito di Berlusconi annuncia emendamenti alle liberalizzazioni, proposte di modifica che in molti casi saranno opposte a quelle del Pd. LA FIDUCIA E GLI ATTACCHI DELLA LEGA Una situazione che sembra portare dritti dritti verso la fiducia in Parlamento, per uscire dai veti incrociati dei partiti, anche se Monti per ora non si sbilancia: "Non so ancora se dovremo porre la fiducia". Il premier ha anche replicato al duro attacco della Lega, che ha parlato di "Governo infame" e ha chiesto a Berlusconi di sfilarsi. Prima ha usato il fair play ("Fa parte dell'attività che temporanemante svolgo anche la possibilità di essere contestato"), poi però ha replicato: "molte delle cose che stiamo facendo corrispondono alle fasi originali della Lega: dare impulso all'impresa, dare respiro alla concorrenza, soprattutto a vantaggio delle Pmi. Sono sicuro che se la lega pensa ai suoi principi fondanti, sarà meno contraria". LA RIFORMA DEL LAVORO Per quanto riguarda il lavoro, il premier non si è voluto sbilanciare sull'ipotesi di un contratto di prova di tre anni al posto dei tanti contratti a termine ("E' un possibile punto di arrivo, ma dipende dal dialogo tra le parti"), mentre, parlando dell'articolo 18, ha voluto dare un avvertimento che è parso rivolto non solo ai sindacati, ma anche alle imprese: "Sono contrario a trattative che assumano tabù al momento di sedersi al tavolo, l'apertura mentale deve essere totale, dai tre lati: governo, sindacati, imprenditori". Infine, una risposta a chi parla di conflitti di interessi nel governo: "Se io vedessi che un ministro porta traccia di conflitto di interesse gli chiederei di dimettersi".  

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