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Bossi: governo infame Appello a Berlusconi: lo faccia cadere

Lega in piazza a Milano. Bossi e Maroni sul palco

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Un duro attacco al governo, in particolare al premier Mario Monti, e un segnale al popolo della Lega di una ritrovata unità. Questi i due messaggi che dal palco di piazza Duomo ha voluto lanciare il leader del Carroccio Umberto Bossi che ha concluso il suo comizio con un perentorio "Monti fuori dai coglioni". Davanti a circa 70 mila persone, così almeno secondo le stime degli organizzatori, Bossi ha duramente attaccato il premier invitando Silvio Berlusconi a staccare la spina al governo. "Non è possibile che Berlusconi parli con noi e contemporaneamente tenga in piedi questo governo infame", ha sottolineato Bossi.  "A Berlusconi do un suggerimento: la Lega ti chiede di far cadere questo governo infame o non riuscirà a tenere in piedi il governo della Lombardia, dove ne stanno arrestando uno al giorno", è l'appello al Cavaliere. "Ci vuole una Tobin tax per mettere sulla retta via le banche" ma il presidente del Consiglio "le banche non le tocca, tocca la povera gente", ha detto ancora Bossi.   CERCHIO MAGICO E BARBARI SOGNANTI Il popolo leghista raccolto in Piazza Duomo ha urlato "Maroni, Maroni", chiedendo che l'ex ministro prendesse la parola. Bossi prendendo tempo non gli ha consentito di parlare. A quel punto dalla folla si è alzata una selva di fischi all'indirizzo del senatur. Un abbraccio tra il capogruppo uscente alla Camera, Marco Reguzzoni, e Gianpaolo Dozzo, che lo sostituirà a breve, è stata una delle ultime immagini offerte ai militanti. I due si sono salutati davanti a tutti a conclusione della manifestazione, dopo l'intervento di Umberto Bossi e mentre anche tutti gli altri big del Carroccio erano presenti. Quasi contemporaneamente dal palco l'europarlamentare Matteo Salvini ha mostrato verso Piazza Duomo una sciarpa con la scritta "Barbari sognanti", che è diventato ormai il motto dei maroniani. Motto che compariva oggi su decine di adesivi che proprio esponenti della Lega vicini all'ex ministro dell'Interno hanno esibito vistosamente su giacche e felpe. Malgrado Umberto Bossi l'abbia auspicato più volte dal palco, invece l'abbraccio tra Roberto Maroni e Marco Reguzzoni, durante la manifestazione della Lega, non c'é stato. I due non si sono neanche stretti la mano. L'ex capogruppo alla fine del comizio del Senatur si è avvicinato all'ex ministro dell'Interno senza però riuscire a scambiare un saluto. IL PROFESSORE E IL RAGIONIERE "La Lega non è mai stata divisa, eravate voi che lo speravate, ma sapevo che non sarebbe successo niente", ha affermato Bossi. "E' stato facile riunire", ha aggiunto guardando ai tanti militanti arrivati in piazza. Alle prossime amministrative la Lega Nord può "andare da sola, abbiamo la forza per vincere da soli", ha aggiunto. Molti i manifesti e i cartelli portati dai militanti: alcuni riportano l'immagine del presidente del Consiglio Mario Monti accostata a quella del ragionier Ugo Fantozzi, impersonato al cinema da Paolo Villaggio. "Stesse capacità", c'è scritto sotto le due foto affiancate. Negli altri cartelli è un ricorrere di slogan come "Basta tasse, basta Roma", "150 anni di sfruttamento, la Padania ora vuole l'indipendenza", "Il governo è avvisato, il padano si è incazzato". E ce n'è anche uno molto gettonato con la scritta "Macelleria Monti" e la caricatura del presidente del Consiglio che su un banco da macellaio fa a pezzi un pensionato. MARONI: MA CON BOSSI TUTTO A POSTO Con Bossi "è tutto a posto", ha assicurato Maroni all'inizio del corteo. "Siamo un partito vero - ha aggiunto l'ex ministro - un partito vitale e non di cartapesta. Mercoledì si è scatenata una grande passione ed è quella la Lega che mi piace"  

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