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Monti attacca chi evade

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Il presidente del Consiglio Monti con il premier britannico Cameron

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«L'Italia non chiede niente a nessuno». E poi: «Il rigore è necessario ma non sufficiente per la crescita». Mario Monti non ingoia il secco rifiuto della Germania a intervenire per abbassare i tassi d'interesse sul debito italiano, e ieri all'incontro con il premier David Cameron ha risposto a tono. Non solo precisa che l'Italia non ha chiesto una stampella al Cancelliere Merkel per raffreddare lo spread ma mette in evidenza che ora l'Italia oltre ad aver recuperato una posizione di prestigio (Cameron ha detto che «Monti è un leader forte»), non è isolata in Europa. Anzi ha creato una rete di consenso tra i principali leader europei, attorno all'idea che la vera priorità ora è la crescita. In posizione di solitudine semmai è la Germania. Tant'è che alla domanda di un giornalista al premier britannico e al presidente del Consiglio italiano se abbiano consigli per il Cancelliere tedesco entrambi si guardano e sorridono a indicare che c'è una comune visione che taglia fuori Berlino. Al termine dei colloqui a Downing Street, Cameron spiega che Londra è «grande sostenitore dell'Fmi ma soprattutto vuole un'Eurozona forte insieme alla sua valuta». E Monti dopo, in visita alla London Stock Exchange, rilancia che con la Gran Bretagna c'è un interesse comune su Eurozona e governance Ue. «Lavoriamo insieme per il mercato unico» ha detto il Prof sottolineando che la vera sfida è la governance europea che «non è ancora all'altezza». In particolare con la Gran Bretagna c'è comune interesse sulla crescita economica. Poi, parlando agli operatori della City, annuncia che nel prossimo Consiglio dei ministri sarà varato un pacchetto di misure sulla crescita con interventi per le liberalizzazioni e le infrastrutture. Novità, annuncia, pure per il mercato del lavoro per ridurre i contratti e favorire l'ingresso dei giovani. L'insieme di queste misure «porterà l'Italia fuori dalla lista dei problemi dell'area euro» e la mette invece nella squadra di coloro che «attivamente contribuiscono alla soluzione dei problemi». L'incontro con Cameron è preparatorio al vertice di fine mese a Bruxelles. Monti in vista di questo appuntamento riferirà in Aula il 25 gennaio a palazzo Madama. Nella sede della Borsa di Londra Monti ha dovuto anche rispondere alla domanda di una giornalista della Bbc che gli ha chiesto perchè la Gran Bretagna dovrebbe pagare gli errori di Berlusconi che si è comportato da «buffone». Monti ha risposto che l'Italia non è costata un penny agli inglesi. Quindi ha auspicato un coinvolgimento maggiore del Regno Unito nelle decisioni dell'Unione europea. «Credo che la Gran Bretagna e l'Eurozona abbiamo grandi interessi comuni. Vorrei vedere la Gran Bretagna immersa in profondità nelle decisioni chiave dell'Unione europea». E ha auspicato che Londra sia «a bordo delle trattative sul fiscal compact» anche se ha ammesso che è difficile che ciò possa accadere. In visita alla London School of Economics, Monti non ha voluto commentare il declassamento ad opera di S&P non perchè irrilevante, ma perchè» dal punto di vista politico «la valutazione sull'Italia rimane stabile». Ha mandato un messaggio agli studenti italiani all'estero dicendo di non considerarli «cervelli in fuga» e che il governo sta lavorando affinchè «si possano sentire fieri di essere italiani dovunque lavorino». Prima di partire per Londra, Monti in una intervista alla Radio Vaticana ha insistito sul tema dell'evasione fiscale. Nel 2012 «verrà dimostrato, con risultati certi, che alcuni, molti cosiddetti soliti ignoti diventeranno presto soggetti noti dal punto di vista fiscale». Chi evade le tasse, non solo «reca danno ai cittadini», ma «offre ai propri figli un pane avvelenato» perchè «li renderà cittadini di un Paese non vivibile». Un'azione dura contro gli evasori «non è certo ispirata a mire di vessazione o di accanimento. Chi oggi evade pensa di trarne vantaggio, sicuramente reca danno ai concittadini e offre ai propri figli, in definitiva, un pane avvelenato; consegnerà loro, forse, alla fine della propria vita qualche euro di più, ma li renderà cittadini di un Paese non vivibile». Ha anche difeso l'Euro dagli attacchi di chi continua a vedere l'uscita dall'Eurozona come una salvezza. «L'Euro è irrinunciabile, è nato per unire non deve essere un fattore di disintegrazione». Il viaggio a Londra è stato accompagnato anche da un lungo articolo dell'Economist. Il settimanale, che ha intervistato Monti, definisce la visita londinese del presidente del Consiglio l'ultimo atto di una offensiva diplomatica che ha riportato di nuovo l'Italia tra i player di primo piano nella crisi di Eurolandia. «L'Italia - scrive l'Economist - è tornata a essere al tavolo dei grandi dopo esser stata fatta sloggare alla chetichella durante la leadership di Silvo Berlusconi». Quanto ai rapporti con Downing Street, aiuterebbe Monti il fatto di essere «un italiano liberista in fatto di economia». Questo «dovrebbe agevolarlo nel costruire ponti con l'isolato Cameron».

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