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Casini critica gli applausi: «Sono l'eutanasia del Parlamento»

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LaCamera ha appena respinto la richiesta d'arresto per l'ex sottosegretario Nicola Cosentino. In Aula il Pdl festeggia e in molti fanno la fila per baciare o anche semplicemente toccare il "salvato". Gli altri, gli sconfitti, si riversano in Transatlantico. Ma al posto del solito brusio, delle scene da uscita da scuola, domina il silenzio. Le facce sono prive di espressione. La debacle era possibile, come sempre, ma nessuno credeva veramente sarebbe finita così. In molti si avviano mesti verso un pasto dal sapore un po' amaro. I big ritardano strategicamente. Bisogna coordinarsi per evitare di sovrapporsi nelle dichiarazioni di fine seduta. Quando esce Pier Ferdinando Casini si capisce subito che il leader dell'Udc non ha alcuna intenzione di finire sul banco degli imputati. Sul suo partito si concentrano i sospetti di aver predicato bene e razzolato male. Se qualcuno ha «tradito» il fronte del sì all'arresto, questi non possono che essere i centristi che, tra l'altro, governano con il Pdl la Regione Campania. Ma Casini non ci sta. «Per me è un errore politico - dice con la voce ferma che tradisce un po' di irritazione -, ma ovviamente il voto è legittimo». «È stato un grave errore politico - insiste -. E l'applauso dopo la proclamazione del voto è stato l'eutanasia del Parlamento, un suicidio in diretta». Poi punta il dito contro chi, a suo avviso, ha veramente salvato Cosentino dall'arresto: «Evidentemente esiste ancora l'asse Pdl-Lega come dice lo stesso Altero Matteoli. Questa pagina comunque non ha certo rafforzato l'immagine del Parlamento, anche perché quando un ex ministro dell'Interno come Roberto Maroni, paladino della legalità, dice che non c'è fumus persecutionis, il voto contrario si commenta da solo». Il suo, probabilmente, vuole essere un riconoscimento e un sostegno al leghista, uscito sconfitto dalla battaglia interna al Carroccio con Umberto Bossi. Ma il messaggio non viene recepito. Anzi, uscendo dall'Aula, Bobo non ha dubbi: «Molti voti contro l'arresto sono arrivati dall'Udc e dal Pd». Anche in questo caso Casini non ci sta: «I numeri sono davanti agli occhi di tutti. È persino inutile rispondere. Sommando i voti di Pd, Udc, Fli, Idv e Api si arriva a 284, cioè 14 in meno rispetto ai 298». Sarebbero quello, secondo Casini, l'apporto della Lega. Al massimo 24 considerando, 10 dissidenti. Tradotto: Maroni guardi in casa sua. Nic. Imb.

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