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La Grecia ancora nel mirino del Fmi

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Secondoquanto pubblicato dal tedesco Der Spiegel, la Grecia dovrà, a parere del Fondo, fare di più per consolidare le proprie finanze. In alternativa i creditori privati dovranno svalutare più di quanto previsto o i paesi di Eurolandia dovranno partecipare con maggiori risorse al salvataggio di Atene. Critiche anche alla mancanza riforme: la riscossione delle tasse e le privatizzazioni sono infatti inferiori alle aspettative. Secondo quanto si evince dal documento in possesso del settimanale tedesco, il Fondo monetario punterebbe dunque a ritoccare alcuni punti chiave dell'attuale piano di salvataggio. E l'occasione sarà la prossima missione della troika in programma per metà gennaio che dovrà decidere sulla nuova tranche di aiuti attesi da Atene e ritenuti essenziali dal governo Papademos per evitare il default e l'uscita del Paese dall'euro. A fare la differenza rispetto a quanto già stabilito nel programma non è solo la mancata attuazione delle riforme. Il peso maggiore sul debito arriva infatti dal peggioramento della congiuntura e dal deterioramento dell'economia greca. Le stime indicano infatti per il 2011 una contrazione del Pil di oltre il 5 e mezzo per cento. A metà dicembre il Fondo ha già insistito sulla necessità per la Grecia di non aumentare più le tasse e di ridurre massicciamente il settore pubblico, unico modo per evitare che il deficit pubblico resti bloccato intorno al 10% del Pil. Intanto i negoziati con la Troika - Ue, Bce e Ue - con le autorità greche sul nuovo programma finanziario di sostegno al Paese riprenderanno ad Atene nel prossimo fine settimana, tra il 14 e il 16 gennaio. Moderatamente ottimista il portavoce della Commissione Olivier Bailly: «Non sappiamo quanto durerà – ha spiegato – ma sappiamo che sarà una missione importante». I negoziati dovranno verificare le condizioni per la concessione o meno della prima tranche del nuovo pacchetto di aiuti alla Grecia, deciso dal Vertice europeo del 26 ottobre, da 89 miliardi di euro. Il premier Lucas Papademos nei giorni scorsi ha agitato lo spauracchio di un default incontrollato dei pagamenti in marzo, se non dovesse essere raggiunto un accordo cin la Troika e i creditori privati. «Dobbiamo accettare la riduzione, per un periodo breve, dei nostri stipendi. È essenziale per la nostra competitività», ha dichiarato, parlando con i sindacati e gli imprenditori. «È necessario accettare sacrifici limitati per evitare un esito catastrofico. Cedere un po' per non perdere molto», ha aggiunto. I nuovi colloqui di Atene dovranno anche chiudere il primo piano di aiuti, con una settima tranche da 5 miliardi di euro.

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