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Istituti italiani pronti alla guerra contro l'Eba

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E,dopo il comunicato di venerdì, è la volta del presidente dell'Associazione bancaria, Giuseppe Mussari, a usare toni decisi contro l'organismo europeo. «È un esercizio sbagliato nel merito e nel metodo che non tiene conto delle specificità delle banche italiane, anzi le offende profondamente. Fare riferimento ai credit default swaps per valutare la stabilità dell'emittente è come dire al lupo di badare alle pecore», ha spiegato di fronte alla platea delle banche cooperative. Per questo, ha aggiunto, «l'Abi percorrerà tutte le strade possibili, compresa quella legale, per contrastare l'esercizio dell'Eba». «Perché si tratta di un'evidente ingiustizia, con la tragedia di identificare tutto nel nome banca, mettendo regole identiche per chi fa un mestiere diverso». Mussari trova l'appoggio incondizionato anche dell'ex presidente del Consiglio, Giuliano Amato, che si è detto «fortemente critico sull'esercizio dell'Eba, basato sul mark-to-market: il che significa pensare alla possibile non solvibilità del Paese. Un'ipotesi questa priva di qualsiasi fondamento». Ma, ad aggiungere danno alla beffa, ieri proprio il presidente dell'Autorità europea, Andrea Enria ha avvertito che, proprio il rispetto delle richieste formulate dall'Eba, potrebbe portare ad una stretta del credito, con conseguente danno alla ripresa. «Potremmo avere il problema che le banche diventino troppo avverse al rischio», ha dichiarato al Der Spiegel, spiegando che l'obiettivo dell'Eba è che le banche non raggiungano i requisiti di patrimonio richiesti riducendo la propria attivita: «Noon permetteremo che i prestiti vengano ridotti». Logici quindi i toni accesi usati da Mussari: «Quale studio di impatto è stato fatto? Nessuno, ed è grave se pensiamo invece a quanto è stato fatto per Basilea 3. È singolare che l'Eba si riferisca alle analisi di un grande intermediario finanziario (riferimento implicito a Goldman Sachs ndr) per giustificare le sue assunzioni».

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