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L'Ici alla Chiesa accende lo scontro

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Non si placa la polemica sull'esenzione dell'Ici agli immobili della Chiesa. E se da una parte i radicali esultano («Finalmente, dopo anni di solitaria battaglia, esplode in tutto il suo scandalo la verità su uno dei privilegi vaticani», afferma Mario Staderini), dall'altra è il quotidiano della Cei Avvenire a ricorrere all'ironia pubblicando per il secondo giorno consecutivo lo stesso editoriale di prima pagina del direttore Marco Tarquinio sotto l'occhiello Repetita iuvant. Chiosa il giornale dei vescovi: «C'è chi l'ha addirittura descritta come una "fatwa" e chi, persino due leader di partito, ha continuato a ripetere che "le attività commerciali della Chiesa non pagano l'Ici"». Segue il corsivo, significativamente intitolato La vergogna dell'Ici.   Lo scontro è frontale, le posizioni inconciliabili, l'accusa dei due fronti è reciproca: mentono sapendo di mentire. In giornata intanto salgono a 70mila le firme raccolte online dalla rivista MicroMega di Paolo Flores d'Arcais per chiedere che venga abolita «quella legge simoniaca approvata dal governo Berlusconi per cui il Vaticano è esente dal pagamento dell'Ici». La pagina Facebook Vaticano paga la manovra miete consensi e battute salaci. Non manca, in realtà, chi tenta una mediazione. Fli, per esempio, presenta in Parlamento un emendamento per l'istituzione presso il ministero dell'Economia di una commissione paritetica mista Stato-Chiesa cattolica «per individuare di comune accordo le fattispecie che danno luogo a esenzioni dall'imposta sugli immobili». Ma la fibrillazione continua e si trasferisce anche all'interno delle forze politiche. Venti deputati Pd hanno presentato una mozione per impegnare il governo «ad attivare le necessarie procedure» affinché‚ il 30% del gettito Ici arrivi dal patrimonio immobiliare della Chiesa. Il Pdl invece, dopo la sortita di un big come Denis Verdini, torna all'attacco con la deputata Gabriella Giammanco che chiede «un sacrificio alla Chiesa per aiutare i pensionati e chi è riuscito ad acquistare una casa», pur precisando: «Da cattolica praticante, sono contraria all'Ici sugli immobili della Chiesa utilizzati per l'esercizio del culto, per le attività assistenziali e per tutte le opere di bene che la Chiesa quotidianamente porta avanti». Il collega di partito Stefano Saglia si allarma: «Sulla tassazione degli immobili alla Chiesa cattolica il Pdl dovrebbe avere una posizione unitaria» e contrastare le «mistificazioni laiciste». Mario Monti, intanto, non ha chiuso il capitolo. «Si tratta di una questione che nel pacchetto urgente non ci siamo posti», ha detto alcuni giorni ai giornalisti della stampa estera a Roma. Neppure il cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano, è stato drastico: «Il problema dell'Ici è un problema particolare: un problema da studiare e da approfondire», ha detto un paio di giorni fa, aggiungendo che «però la Chiesa fa la sua parte fa la su parte, soprattutto a favore delle fasce più deboli della popolazione». Il punto che divide, al di là del fumo polemico, è una norma contenuta un decreto interpretativo del 1996 che stabilisce l'esenzione dall'Ici limitatamente agli immobili «non esclusivamente commerciali» della Chiesa, come a quelli di altre realtà "no profit". Il provvedimento giunse alla fine di un percorso incidentato: La legge che istituì l'Ici, nel 1992, escluse gli immobili ecclesiastici che ospitassero attività considerate «particolarmente meritevoli».   Dopo un ricorso intervenne però la Cassazione, nel 2004, stabilendo che l'esenzione sarebbe dovuta spettare solo alle unità all'interno delle quali non veniva svolta «attività commerciale». Nel 2005 il governo Berlusconi emanò una legge interpretativa che riportava la questione alla situazione precedente la sentenza della Cassazione. La legge fu impugnata, questa volta di fronte alla Commissione europea (che ora sta di nuovo indagando nell'ipotesi che l'esenzione Ici configuri un illegittimo aiuto di Stato). Nel 2006, infine, intervenne il governo Prodi con la dicitura «non esclusivamente» che, ora, spacca il mondo politico.

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