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"Alcune regole servono Ma il problema sono i pc"

Fotografi alla Camera dei deputati

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«Ma no, nessuna censura! Abbiamo accettato una proposta di autoregolamentazione che tenga conto anche delle norme vigenti alla Camera». Giuseppe Lami, vicepresidente dei «Fotoreporter professionisti associati», con venti anni di mestiere sulle spalle (gli ultimi sette trascorsi a Montecitorio), non è poi così pessimista.  Eppure la delibera dell'ufficio di presidenza parla di un «impegno a non utilizzare particolari strumenti tecnologici di ripresa visiva»... «In realtà non c'è un limite nell'utilizzo degli strumenti. Il problema non sono i nostri teleobiettivi. Per quanto grossi, da dove stiamo noi, zoommando al massimo, riescono a inquadrare quattro, cinque persone. Di certo non un foglio il display di un telefonino». Ma allora... «Il problema non sono i nostri teleobiettivi, ma i processi di post-produzione. Non è il fotografo che decide come ritagliare l'immagine. Un primo piano di un pizzino non lo riesci a fare in macchina, ma con il computer dopo». Dipende tutto dalla qualità dell'immagine? «Esattamente. Le fotocamere che utilizziamo oggi hanno una qualità di realizzazione talmente elevata che consente di ingrandire a dismisura le immagini. Noi spesso neanche ci accorgiamo dei particolari che abbiamo fotografato. Per questo si dovrebbero dare le stesse direttive date a noi anche a giornali e agenzie di stampa». Il foglietto scritto da Letta per Monti, però, non potrà più essere «puntato»?  «E chi lo ha detto? Quello non è rubato, è stato lui a mostrarlo. Diverso probabilmente è il discorso del display del cellulare di Verdini. In quel caso forse sarebbe bastato documentare il fatto che il deputato del Pdl era sempre al telefono e non inquadrare i nomi della lista chiamate». Ma non c'è il rischio di una censura? «Il nostro lavoro è documentare quel che avviene in Aula. Pizzini e cellulari non devono essere la nostra priorità. Anche i parlamentari hanno diritto a una loro privacy. Se io fotografo voglio continuare a venire a casa tua, devo adeguarmi alle tue regole». Ma il Parlamento non è mica casa dei parlamentari, sono a lavoro... «E infatti se c'è uno che dorme o che gioca possiamo fotografarlo, sono fatti che hanno una rilevanza giornalistica. La delibera riguarda le comunicazioni tra deputati». Meglio regolamentare quindi... «È come con le intercettazioni. Alcune regole servono. Ci autoregolamenteremo. Il singolo avrà le sue responsabilità».  

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