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Tonino un po' di lotta un po' di governo

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di pietro

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Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Antonio Di Pietro non ha mai amato granché il governo Monti. Avesse potuto, forse, non si sarebbe mai piegato a votargli la fiducia. Ma il pressing dei suoi elettori che lo consideravano un «gesto di responsabilità» nei confronti del Paese, e quello del Pd che voleva evitare di consegnargli un vantaggio competitivo lasciandolo assieme alla Lega all'opposizione, lo hanno convinto a fare marcia indietro. Anche se non del tutto. Ieri il leader dell'Idv ha detto chiaramente quale sarà, d'ora in avanti, la posizione del proprio partito: fiducia sì, ma non in bianco. Prendendo la parola in Aula l'ex magistrato ha oscillato tra cortesia e durezza. «Signora presidente del Consiglio, signori ministri - ha esordito - benvenuti. Benvenuti nel senso più vero e sincero del termine. Benvenuti perché è meglio che ci siate voi al governo che quelli che sedevano fino a ieri nei vostri banchi». Guai però a pensare che quello tra il professor Monti e Tonino sia un "colpo di fulmine". La fiducia, spiega il leader dell'Idv, è solo un gesto di responsabilità nei confronti del Paese. Ed è per questo che l'ex pm stila la sua personalissima "lista della spesa" su cui, assicura, valuterà l'operato dell'esecutivo. Si comincia con una stilettata nei confronti del neoministro dell'Ambiente Corrado Clini reo di essersi concesso un'apertura (poi rettificata) sul nucleare. «Non è un buongiorno - tuona Di Pietro - se un governo si presenta in questo modo, dicendo: "La volontà popolare ha detto una cosa pochi mesi fa, ma io credo ancora nell'opzione nucleare"». Si passa a Corrado Passera, l'uomo che erediterà, oltre allo Sviluppo Economico, il dicastero delle Infrastrutture che ebbe come ministro lo stesso leader Idv: «Cosa farà prioritariamente con quei quattro soldi che ha? Il ponte sullo Stretto di Messina o la difesa del territorio? Lei per zittire le popolazioni manda l'esercito o cerca di ragionarci?» Si chiude con l'avvocato Paola Severino cui toccherà forse il tema più caro a Tonino. La giustizia. «Ricordiamo - incalza Di Pietro - quando ha mostrato scetticismo in ordine alle intercettazioni telefoniche e all'uso dei pentiti. Dunque cosa farà adesso?» Insomma non sarà semplice per il professor Monti convincere il leader Idv. Ma forse è lui che preferisce restare con le mani libere per non bruciarsi le possibilità di rubare consensi al Pd, ormai praticamente "stritolato" dall'abbraccio del governo tecnico.

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