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Ora le Commissioni parlamentari restano «intasate»

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Edi creare un caso che difficilmente potrà vantare precedenti nella storia di Camera e Senato, con connotazioni sia regolamentari che politiche. Il presupposto di questo rebus è il fatto che il governo Monti ha formalmente un solo gruppo parlamentare all'opposizione: la Lega. In via di principio quindi da domani, quando presumibilmente il governo avrà incassato la fiducia dei due rami del Parlamento, il Carroccio potrà battere cassa e pretendere che sia rispettata la prassi che vuole la guida delle commissioni di garanzia all'opposizione. Organismi come le Giunte, la Vigilanza Rai, il Copasir. Un caso di scuola, ovviamente, perchè in questo caso ci sarebbe una sorta di controllore monocolore, verde padano. Ma la prospettiva può anche essere rovesciata: la Lega, ora all'opposizione, si trova a guidare alcune commissioni di prima importanza, lascito del governo Berlusconi. Un caso su tutti, Giancarlo Giorgetti alla guida della Bilancio, l'organismo parlamentare che più di tutti lavora a stretto contatto con il ministro dell'Economia, cioè Mario Monti. Se per le commissioni di garanzia si parla solo di una prassi, la questione si complica per la più delicata delle bicamerali: il Copasir. In questo caso è la legge che stabilisce esplicitamente che il presidente sia scelto tra i «componenti appartenenti ai gruppi di opposizione». Così come la stessa legge chiarisce che i partiti siano rappresentati «in proporzione» e che nel Comitato deve essere equamente presente l'opposizione. Questo darebbe il via ad un rompicapo davvero unico: la presidenza (oggi nelle mani di Massimo D'Alema) dovrebbe andare alla Lega, cui interpretando letteralmente la legge andrebbero la metà dei membri del Comitato di controllo sui servizi. A complicare il tutto c'è un principio in questo caso davvero intangibile: un presidente di commissione non può essere revocato, licenziato, cacciato. Sono loro, se mai, a dover dare le dimissioni. I precedenti di questo tipo non mancano, anche con casi drammatici: Riccardo Villari alla guida della Vigilanza Rai ha lasciato il segno. Se fin qui la questione è regolamentare, la partita diventa ancora più complicata se si considerano le implicazioni politiche. A Montecitorio non si nega che la questione delle commissioni prima o poi dovrà essere affrontata (sottolineando che si tratta di prassi), anche se sino ad ora nessun gruppo ha posto formalmente la questione. La Lega, però, potrebbe rivendicare per se la presidenza per esempio del Copasir, magari per Roberto Maroni, tra l'altro ministro dell'Interno uscente. Ma Maroni, si sa, dovrebbe diventare il nuovo capogruppo alla Camera al posto di Reguzzoni, che è componente del Copasir. Altra questione potrebbe essere quella dei ministri uscenti, che potrebbero rientrare nelle commissioni di competenza anche per garantire che il loro lavoro non vada alle ortiche.

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