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Il terzo polo boccia il voto anticipato

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Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani (S) con il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini

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No al voto anticipato. Meglio un governo di unità nazionale. Lo avevano già detto i leader del terzo polo pochi giorni fa alla convention di Roma con il senatore Beppe Pisanu. Lo ribadiscono dopo la votazione sul rendiconto dello Stato che ha spinto il premier Berlusconi ad annunciare le sue dimissioni subito dopo l'approvazione della legge di stabilità. Ancora, ovviamente, il quadro non è chiaro. Ma Casini, Fini e Rutelli mettono i loro «paletti». Intanto bisognerà decidere come votare sul provvedimento che conterrà anche le misure richieste all'Italia dall'Ue: «La legge di stabilità può essere approvata rapidamente», dice il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini. Nei prossimi giorni sarà necessario valutare il maximendamento che ancora non è arrivato, ricorda il deputato Roberto Rao. Dopo il voto alla Camera ha parlato soltanto il segretario del Pd Bersani. Anche più tardi le dichiarazioni sono state centellinate. «È il momento di operare, non di parlare», ha tagliato corto Casini. Si sbilancia di più Rocco Buttiglione: «L'unica soluzione è un governo di grande coalizione perché è quello che richiede la gravità della crisi: in Italia c'è una maggioranza riformista, da Gianni Letta a Enrico Letta, quindi Pd, Pdl e Terzo polo».   L'agenda, secondo il presidente dell'Udc, è già scritta: «Sul programma del governo di coalizione non si tratta, è quello della lettera della Banca centrale europea. Altrimenti al voto, anche se le elezioni non sono un bene per il Paese. Noi non le temiamo, ma non ci permetterebbero di avere subito le misure necessarie che servono. Per il Pdl saranno un bagno di sangue - dice esplicitamente Buttiglione - Di Pietro e la Lega Nord hanno già detto che non le accettano, quindi non ci stanno». Quanto all'ipotesi di un nuovo governo, Buttiglione ha anticipato: «Al presidente Napolitano proporremo tre nomi. Tra questi sicuramente non ci sarà quello di Alfano. Alfano ha avuto una grande occasione che non ha sfruttato al meglio».   Da giorni circola l'ipotesi che proprio il segretario del Pdl potrebbe essere una sintesi accettabile per tutti. Ma niente da fare. L'Udc non ci sta. Spetterà ovviamente al presidente della Repubblica Napolitano sbrogliare la matassa. Da parte sua, Buttiglione precisa: «Berlusconi vale 300 punti di spread, sono punti della mancanza di fiducia politica italiana. I mercati ci fanno pagare gli interessi del nostro debito 3 o 4 volte di più». In serata Casini mostra ottimismo: l'incontro di Berlusconi con il Capo dello Stato rende evidente che una «via d'uscita esiste».   Il leader dell'Udc chiede di approvare rapidamente la legge di stabilità ed evitare la campagna elettorale. «Non mi interessano le dietrologie su umori e stati d'animo. Vorrei rimanere ai fatti - afferma - l'esito dell'incontro tra il presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio dimostra che una via d'uscita dalla terribile crisi in cui versa l'Italia è possibile e che il senso dello Stato nei momenti difficili può prevalere». La legge di stabilità «può essere approvata rapidamente e sono convinto che il presidente Berlusconi abbia la consapevolezza che la situazione economica e finanziaria dell'Italia non ci consente una lunga ed estenuante campagna elettorale». Chiaro anche il numero due di Fli, Italo Bocchino: «Alla luce del comunicato del presidente della Repubblica i gruppi parlamentari hanno il dovere di favorire una rapidissima approvazione della legge di stabilità, pur nella permanenza delle diverse posizioni. L'Italia vive un momento difficile e non può permettersi di affrontare la tempesta con un governo ormai dimissionario. Serve senso di responsabilità da parte di tutti per accelerare il percorso che affiderà al Capo dello Stato la soluzione della crisi, con consultazioni formali dalle quali auspichiamo emerga la volontà di dar vita a un governo di ricostruzione nazionale sostenuto da un'ampia maggioranza parlamentare». Non poteva mancare la stoccata di Carmelo Briguglio (Fli): «Berlusconi tenterà di fare il furbo cercando di ripetere il copione del 14 dicembre o di prendere tempo per andare dritto alle elezioni anticipate, ma noi abbiamo grande fiducia nel Capo dello Stato». Mentre il leader di Api, Francesco Rutelli, resta alla finestra: «Bisogna attendere e vedere cosa farà il premier e soprattutto il Capo dello Stato, valuteremo le scelte da farsi in un momento così delicato». Di certo, sorride Rutelli, «la maggioranza non c'è più alla Camera dei deputati».

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