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Casini: "Il Pdl non sia miope ed autolesionista"

Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini

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Il leader dell'Udc alla convention del Terzo polo ha attaccato la maggioranza al governo: "Io non posso credere che una forza di maggioranza relativa in Parlamento - il Pdl - sia così miope e così autolesionista da non capire che queste disponibilità, del Terzo Polo e del Pd, non vanno fatte cadere. Non posso credere che Berlusconi voglia andare incontro a una rovinosa sconfitta elettorale essendo additato da tutti come il responsabile di questa situazione". "Siamo a uno snodo drammatico, rischiamo seguire la strada della Grecia e davanti a questo non si può continuare a dividere l'Italia e gli italiani. Dobbiamo unificare i nostri sforzi". "Ieri - ha dichiarato Casini - c'è stata una bellissima manifestazione, dignitosa, un'opposizione politica è andata in piazza, un'opposizione che ha parlato un linguaggio partigiano ma di rispetto verso tutti e tutto anche se di contrapposizione al governo". Inoltre, "non disprezzo affatto il popolo del Pdl perché tanti di noi sono stati accanto a quel popolo e tanti hanno creduto che il Pdl fosse il tentativo di riunificare i moderati in Italia. Ma oggi che senso ha agitare le bandiere? Dobbiamo guardare avanti e fare tutti un passo indietro, non solo chiederlo a Berlusconi. C'è da salvare l'Italia e più importante che agitare le bandiere è far fare un passo avanti all'Italia". Allora, è stato l'appello di Casini, "fermiamoci con le nostre guerre intestine a capire come far passare le scelte impopolari e dolorose che sono necessarie. Ciascuno proporzionalmente deve fare dei sacrifici ma dobbiamo prendere atto che oggi l'Italia rischia di fare sacrifici inutili se non c'è la credibilità. Oggi non c'è più da dare ricette populiste e demagogiche ma da affrontare con serenità e serietà una situazione drammatica". "Il terzo polo - ha concluso il leader dell'Udc - non chiede niente, né posti, né ministeri: chiediamo e offriamo la disponibilità ad essere parte di un sacrificio nazionale per riscattare l'onore dell'Italia e degli italiani".   L'ATTACCO DI FINI AL CAV Anche il presidente della Camera, Gianfranco Fini attacca il premier alla convention del Terzo Polo. Silvio Berlusconi "faccia un passo di lato se non si vuol sentir dire un passo indietro. Lui ama il calcio e sa che anche ai grandi campioni capita di finire in panchina. Può capitare di essere sostituiti perché l'esigenza della squadra è un'altra e se la squadra è l'Italia, la sua esigenza è un nuovo premier". Un nuovo premier che si rivolga "alla coralità delle forze politiche e verifichi chi è responsabile o chi tende solo a difendere se stesso e i propri interessi. Il terzo polo ha già dato una risposta. Ora tocca agli altri". Per il leader di Fli "Berlusconi è avulso dalla realtà, rimane col pallottoliere a Palazzo Chigi alla ricerca di qualche pecorella smarrita e non si rende conto di quello che accade fuori dal palazzo. L'obiettivo non può essere più la ricerca spasmodica di quel deputato in più, serve una svolta che passa per la consapevolezza del premier che però pare non esserci". "Anche se alla Camera - ha ipotizzato Fini - il governo ce la fa per un voto, magari per un ripensamento dell'ultima ora, cosa accadrebbe il giorno dopo? Faccio un appello a Berlusconi e agli uomini del Pdl: si può governare un paese così complesso appesi ad un voto? Come si può riconquistare la credibilità se si è perennemente costretti a passare sotto il giogo della fragilità numerica e politica della maggioranza. Non si è credibili se si vince per un voto, si continua non a governare ma a vivacchiare".   APPELLO A BEPPE PISANU Con loro oggi all'Eur intanto c'è anche Beppe Pisanu. Uscito allo scoperto settimane fa, è ancora nel gruppo del Pdl al Senato ma oggi, dal palco della kermesse terzopolista, ribadisce l'invito a Berlusconi a contribuire alla nascita di un governo di unità nazionale, "una scelta obbligata" ormai. Si definisce un "tradito" più che un traditore come ha bollato il premier i 'dissidenti' del Pdl e al premier dice che "il paradigma italiano non sono i ristoranti affollati ma le mense della Caritas che si riempiono di nuovi poveri, l'umiliazione internazionale del nostro paese non ha precedenti nella storia della Repubblica e l'ostilità crescente dei mercati ce la siamo creata noi con i nostri errori". Pisanu confida "nell'intelligenza di Berlusconi e nella coerenza politica dei colleghi del Pdl che non si rassegnano al peggio e mettono avanti a tutto l'interesse dell'Italia". L'accoglienza per il presidente della commissione Antimafia è calorosissima. "Sei già idealmente in questa famiglia che in molti casi è la tua famiglia", gli dice Fini. Dalla platea gli urlano "Torna a casa!". Lui, Pisanu, annuisce ma non si sbilancia: "Ci siamo capiti".  

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