
«La lettera inviata all'Europa ha due pregi: quello di essere la sintesi dell'accordo raggiunto dai principali partiti di governo e quello di essere stata validata e vidimata da Bruxelles.

Abbiamoi numeri per arrivarci. Non dobbiamo resistere, ma governare». Angelino Alfano va oltre la tempesta. Il segretario del Pdl è appena stato al Quirinale con i capogruppo di Camera e Senato Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri per una «consultazione informale» con il Capo dello Stato. Il messaggio portato a Giorgio Napolitano dai vertici di via dell'Umiltà è categorico: «In questa legislatura c'è solo questo governo. Guidato da Silvio Berlusconi. Dopo il governo voluto dagli italiani non ce ne potrà essere uno creato da manovre di Palazzo. O si va avanti fino al 2013 o chiederemo il voto». Il ragionamento del segretario del Pdl è più che mai esplicito: «Tocca a noi adempiere agli impegni assunti con l'Ue e non a quello che (al di là dei vari eufemismi tra governi tecnici, di emergenza o di responsabilità) è un vero e proprio ribaltone», spiega. Alfano, nonostante gli ultimatum lanciati dai leader di Pd e Terzo Polo a Napolitano, impegnati in più occasioni a chiedere la testa di Silvio, si rivolge alle opposizioni: quali sarebbero le buone cose che farebbe un ipotetico governo del ribaltone? Si domanda. «Esaminiamo e facciamole insieme. Invito la Sinistra a pensare prima al Paese e poi all'interesse delle due coalizioni e del governo», aggiunge. L'ex Guardasigilli lancia a Bersani e Casini un ultimo, disperato appello: «Spero che vengano messe da parte pregiudiziali personali - azzarda - e che venga portato avanti il bene comune per avere una maggioranza più ampia che ci consenta di approvare i provvedimenti per i quali ci siamo impegnati in Europa». Il segretario Pdl è giovane. Tocca a Cicchitto mettere le cose in chiaro: «Questo governo non ha alternative. Intanto sul terreno dei contenuti, perché il centrosinistra non è in grado di attuare la lettera inviata all'Ue, visto che metà Pd, l'Idv e Vendola hanno parlato di macelleria sociale. E poi perché noi siamo alternativi al Pd e non è ipotizzabile un governo tecnico insieme. I nostri voti non ci saranno mai», sentenzia il capogruppo del Pdl alla Camera. Gasparri annuisce: «Il governo è già al lavoro - spiega - L'iter che abbiamo scelto é uno dei più rapidi e dei più certi. La legge di stabilità è già da giorni all'esame delle Commissioni del Senato e sarà in Aula il 15 di novembre». I problemi per Alfano, però, non sono finiti. Ci sono le lettere dei dissidenti del Pdl sul tavolo. «Chi ha scritto quelle lettere - assicura lui - non dico che è più berlusconiano di me perché sarebbe impensabile, ma diciamo che è un ex aequo», scherza. Si tratta di pura e semplice «dialettica interna fatta da persone che hanno avuto un ruolo importante sin dalla fondazione del Pdl e sono convinto che tutto si risolverà positivamente», conclude. Sarà. Mentre il segretario del Pdl parla, però, le "sirene" dell'Udc si fanno sempre più forti e il partito del Cav perde nuovi pezzi. Con l'addio di Alessio Bonciani e Ida d'Ippolito a via dell'Umiltà scatta l'allarme rosso. Nel partito si temono altre «defezioni», visto che molti dissidenti sarebbero tentati dal richiamo di Pier Ferdinando Casini. E non è un caso che mentre Angelino parla ai cronisti e racconta loro dell'incontro avuto con napolitano, negli uffici di via dell'Umiltà Denis Verdini è al lavoro. Telefono in una mano e pallottoliere nell'altra, in costante contatto con il Cav. Come dire, se c'è qualcuno che «governa», c'è qualcun altro che «resiste».
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