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Bossi-Berlusconi l'intesa per ora c'è

Silvio Berlusconi (S) e Umberto Bossi

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L'intesa c'è. Su che cosa è ancora da decifrare. Ma al termine di una giornata di incontri, vertici, tensioni l'unica cosa certa sembra essere il fatto che Silvio Berlusconi oggi sarà a Bruxelles. Porterà una lettera con le decisioni che il governo intende prendere. Nel testo si fa solo un piccolo accenno alle pensioni sostenendo che il sistema italiano è analogo a quello tedesco e dunque non ha bisogno di una riforma. Le decisioni che l'esecutivo intende prendere sono state limate sino a sera, sino a quando il vertice della Lega è arrivato a Grazioli per concordare l'ultima versione della missiva. Il vertice ha deciso anche che oggi darà un'accelerazione al processo breve. Intanto già in serata, nel corso della puntata di Porta a Porta, il segretario del Pdl Angelino Alfano assicura che un accordo nel governo sulle misure da presentare all'Europa è stato raggiunto. «Anche oggi (ieri, ndr) abbiamo dimostrato che tiene il rapporto tra due partiti che hanno assicurato stabilità e riforme al Paese». «Siamo consapevoli tutti delle difficoltà - sottolinea Alfano - l'unità è raggiunta attorno alla decisione di rispondere puntualmente all'Europa con puntualizzazioni che riguardano le cose sin qui fatte e le cose che si intendono fare per la crescita». La schiarita nei rapporti tra Pdl e Lega c'è. Tanto che a Ballarò Mariastella Gelmini spiega: «Ogni ministro sta lavorando a un documento che indicherà tempi e misure puntuali da presentare all'Ue. Dalla lettera della Bce di agosto il governo non è rimasto con le mani in mano. Ha varato la manovra. Abbiamo anche tagliato i costi della politica e fatto misure importanti. L'Ue ci chiede di più ma siamo pronti a rispondere con serietà e senso di responsabilità. Con la Lega abbiamo raggiunto un'intesa sull'innalzamento dell'età pensionabile a 67 anni ma non sulle pensioni di anzianità. È normale che ci siano posizioni differenti». Ma ciò non vuol dire che il governo naviga in acque tranquille. Tanto è vero che Umberto Bossi, che per tutta la giornata ha parlato di una «situazione molto pericolosa», in serata, lasciando Montecitorio, spiega che anche se sulle pensioni «il governo ancora rischia». E afferma che lui resta pessimista, «una strada alla fine è stata individuata. Ora bisogna vedere cosa dice l'Europa». Per il leader della Lega comunque «le pensioni di anzianità non si toccano». Quanto alla possibilità che la strada individuata possa incidere più in generale sulle pensioni, «io - ha voluto ricordare Bossi- sono sempre contrario a far pagare dieci volte chi ha già pagato». Per tutto il giorno la Lega aveva continuato a ripetere che l'accordo sulle pensioni era difficile. Bossi aveva usato anche toni tragici: «Il momento è drammatico, lo definirei così». Ma aveva allo stesso tempo rassicurato che l'asse con Berlusconi regge e non c'è spazio per altri esecutivi. «Noi - aveva detto il ministro delle Riforme - non facciamo governi tecnici. Se cade il governo si va alle elezioni per forza». Il Senatùr aveva insistito sul non innalzamento dell'età: «Non è possibile, 67 anni non possiamo farlo per far piacere ai tedeschi. La gente ci ammazza». E aveva ripetuto che per le pensioni «i 40 anni, non vanno toccati». «Si può trovare la quadra sullo scalone di Maroni?», gli hanno chiesto ancora i cronisti. «Dipende che vuol dire trovare la quadra...». Giorgio Napolitano non resta a guardare. Torna a pressare perché si decida, magari nella direzione chiesta dall'Europa a cominciare dalle pensioni. «Per l'Italia - dice il Capo dello Stato - è il momento di definire, in materia di sviluppo e di riforme strutturali, le "nuove decisioni di grande importanza" annunciate ieri (lunedì, ndr) nella dichiarazione ufficiale del premier». Napolitano, dopo aver stigmatizzato le «inopportune e sgradevoli espressioni pubbliche a margine di incontri istituzionali tra i capi di governo di scarsa fiducia negli impegni assunti dall'Italia», ribadisce però che tali espressioni «non possono farci perdere di vista la sostanza delle questioni e delle sfide che abbiamo davanti». L'Italia deve «compiere tutte le scelte necessarie per ridurre il rischio a cui sono esposti nei mercati finanziari i titoli del nostro debito pubblico, rendere più credibile il nostro impegno ad abbattere tale debito e a rilanciare la crescita economica». Dal fronte europeo arriva un comunicato che ricorda che il tempo sta scadendo. «La Ue aspetta una lettera di Berlusconi con impegni specifici sulle rapide misure per la crescita che l'Italia intende adottare, e finora non ha ancora avuto nessuna indicazione da Roma» ha detto il portavoce del presidente della Commissione Josè Barroso. E l'opposizione? Gran lavorìo attorno a Roberto Maroni. Che prima vede in un angolo del Transatlantico Pier Luigi Bersani e poi in un angolo del cortile interno di Montecitorio Enrico Letta. Dall'opposizione arrivano però inviti a fare presto nell'approvare le misure necessarie. L'Udc ha dato disponibilità per le pensioni ma, ha detto Casini, non saremo la stampella del Governo.

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