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"La sinistra si frantuma. Altri verranno con noi"

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«E ora mi faccio due giorni di riposo». Silvio Berlusconi ha salutato tutti ed è partito alla volta della Sardegna. Era provato, il premier. Anche se è riuscito bene a mascherare, il Cavaliere non era sicuro sino all'ultimo secondo di avere i numeri della fiducia. Il passaggio alla Camera stavolta è stata davvero una roulette russa. Ora si vuole godere il successo (almeno si augurava di farlo ma ha seguito per tutto il pomeriggio quanto accadeva a Roma). Vedere quelle facce della sinistra deluse, per Berlusconi è stata la massima soddisfazione. Vedere sconfitto anche stavolta Gianfranco Fini per lui non ha prezzo. Così, con chi c'ha parlato, il premier s'è sfogato dicendosi convinto di arrivare alla fine della legislatura, sicuro di poter andare avanti così. Anche solo con la maggioranza emersa venerdì in Aula. Possibile? «Certo - ha risposto il Cavaliere ai dubbiosi -, vedrete che dopo questa batosta si frantumeranno. Ma quanti continueranno a seguire questa linea del suicidio?». Insomma, ci si attende qualcun altro che torni nel centrodestra. «Ormai la linea Bocchino è un fiasco. È stato il vicepresidente di Fli ad avere quella genialata dell'Aventino che ha fatto schiantare tutta l'opposizione. Non ci saranno più disponibili lanciarsi nel burrone», insiste un fedelissimo del premier. Berlusconi, però, prima di salire sull'aereo rilascia un'intervista a Studio Aperto e traccia un bilancio: «Hanno tentato un golpe burocratico, ma noi siamo rimasti coesi e abbiamo respinto l'assalto», dice il presidente del Consiglio al tg di Italia 1. E aggiunge in modo più esplicito: «L'opposizione è allo sbando e servirà molto tempo per rendersi interlocutori credibili. Sono stato un buon profeta e anche questo agguato della sinistra è fallito: noi abbiamo vinto, loro hanno perso e male». Riferendosi «all'Aventino» messo in atto dalle attuali opposizioni, Berlusconi poi sbaglia le date: «La prima volta nel 1929 fu una tragedia, questa volta è stata una farsa». Uno scivolone di cinque anni visto che il ritiro dei rappresentanti in Parlamento da parte delle opposizioni al fascismo per protestare per l'assassinio di Giacomo Matteotti è del 1924. Episodio tragico, quello di 87 anni fa, perché spianò la strada a Benito Mussolini. Il capo del governo torna all'attualità e se la ride. Sfotte i leader del centrosinistra: «Si sono esposti a una gran brutta figura davanti agli italiani». Poi li nomina chiaramente: «Bersani, Casini, Di Pietro e Fini hanno sbagliato i calcoli, hanno messo in atto trucchi di bieco parlamentarismo e hanno dato un'immagine del loro modo di intendere la politica davvero grottesca, che è tutto meno che fare l'interesse degli italiani. Hanno cercato di vincere con l'imbroglio, noi abbiamo seguito la strada maestra della democrazia, contando i voti, e abbiamo vinto ottenendo la fiducia per la cinquantunesima volta». Per questo Berlusconi si dichiara «sereno, determinato, abbiamo una maggioranza solida e i numeri per governare: andremo avanti fino al termine naturale della legislatura nel 2013 per concludere il programma di cambiamento per ammodernare l'Italia con riforme importanti che sono già in Parlamento». D'accordo, ma da dove ripartire? Il presidente del Consiglio torna a parlare di riforme così come aveva già fatto nel messaggio ai Promotori della Libertà lo scorso fine settimana. Al primo punto il testo per il nuovo Fisco, quindi la ristrutturazione della Giustizia. E, infine ma non ultimo, il decreto sviluppo «che arriverà in Consiglio dei ministri la prossima settimana e spero possa contenere davvero misure che stimolino la ripresa e i consumi». Il Cav poi ammonisce: «Purtroppo ogni giorno c'è chi tenta mettere in discussione con offensive mediatiche e giudiziarie il governo che è stato scelto dagli italiani. Nonostante le infami accuse che vengono rivolte ogni giorno al governo dall'opposizione, nessun governo in Europa ha fatto tanto e con risultati così brillanti come noi in questo momento di crisi mondiale». Quindi interviene sulla polemica del giorno sulla compravendita di deputati con le nuove nomine nel governo. «Leggo sui giornali - afferma il premier - che avremmo fatto altri quattro nuovi membri del governo (due viceministri e due sottosegretari, ndr). Non è vero. Ne abbiamo fatto uno solo e cioè un nuovo sottosegretario all'Istruzione (Galati, ndr) perché la squadra era carente. Per il resto è stato spostato un sottosegretario dall'Istruzione all'Interno (Viceconte, ndr), ma era già nel governo, e abbiamo nominato due viceministri da sottosegretari perché, essendo spesso all'estero in missione (il riferimento è per Polidori, ndr), con la loro attuale carica non riuscivano nemmeno a farsi ricevere negli altri Paesi». Sul perché sia stato promosso Misiti invece neanche una parola. Infine il Cavaliere annuncia che presto «tutte le famiglie italiane» riceveranno a casa un opuscolo con i provvedimenti varati dal governo.In attesa di quelli che verranno grazie forse a qualche rinforzo.

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