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Il governo incassa la fiducia: 316 sì Berlusconi: figuraccia dell'opposizione

Silvio Berlusconi a Montecitorio circondato da deputati della maggioranza

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La Camera dei deputati conferma la fiducia al governo Berlusconi con 316 sì e 301 no.  "C'è questa figuraccia dell'opposizione che ha sbagliato i suoi calcoli", ha detto a caldo il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. "L'opposizione è ricorsa a vecchi trucchi e ancora una volta ha dato di sé un'immagine penosa su cui gli italiani rifletteranno", ha detto Berlusconi che oggi, dopo il Consiglio dei ministri fissato per le 14, salirà al Colle. "Ho un appuntamento, già previsto, con il capo dello Stato dopo il Consiglio dei ministri di oggi ma su temi non attinenti", ha sottolineato il premier. Rispondendo a chi gli chiede se ci sono novità sulla scelta del nuovo governatore di Bankitalia e se oggi pomeriggio farà il nome al capo dello Stato il premier ha detto: "Parlerò anche di questo ma abbiamo tempo e tante le possibilità in campo. La decisione - conclude Berlusconi - sarà presa entro la data del primo novembre". LA MAGGIORANZA Con l'ottenimento di 316 sì al voto di fiducia, il governo si è assicurato la maggioranza assoluta della Camera che conta 630 deputati. Seppur di un solo voto, dunque, l'esecutivo si è dimostrato autosufficiente. Tanto da rendere ininfluente al fine del raggiungimento del numero legale (strategia portata avanti dalle opposizioni fino ad oltre la metà della seconda chiama) la partecipazione al voto dei radicali che non hanno seguito le indicazioni del loro gruppo di appartenenza (il Pd). Sono dodici i deputati che non hanno partecipato al voto di fiducia. Di fatto, la coalizione di governo perde il sostegno di Luciano Sardelli (misto), Fabio Gava e Giustina Mistrello Destro (Pdl, dati per "scajoaliani"), Calogero Mannino (misto), Santo Versace (trasmigrato dal Pdl al gruppo misto poco tempo fa). Assente pure Alfonso Papa, deputato del Pdl detenuto a Poggio Reale per via dell'inchiesta sulla presunta P4. Non hanno risposto alla chiama anche Carmelo Lo Monte (misto, si trova in Argentina), Pietro Franzoso (del Pdl, ricoverato in ospedale), il solito Antonio Gaglione (misto, il 're degli assenteisti' di Montecitorio). Per l'opposizione, tre assenze: Antonio Buonfiglio (Fli), Mirko Tremaglia (Fli, assente per malattia), Elisabetta Zamparutti (Pd-Radicali, è all'estero). DL SVILUPPO "La prossima settimana ci sarà il decreto Sviluppo, immagino", conferma il premier. A chi gli chiede se sarà "a costo zero" come chiede Tremonti, il presidente del Consiglio spiega: "Tremonti, naturalmente, è preoccupato del bilancio dello Stato e grazie alla sua politica sui conti abbiamo il bilancio in ordine. Quanto allo sviluppo - aggiunge il premier - Tremonti è naturalmente attento che le misure per la crescita non incidano sul bilancio". "Ci sono tagli dolorosi ai ministeri", ha detto Berlusconiche ha spiegato: "E' chiaro che quando si decide di intervenire sul debito è necessario intervenire su diverse strade, noi ne abbiamo scelte due: abbiamo aumentato dolorosamente di un punto l'Iva e dolorosamente tagliato e oggi al Cdm saranno trasferiti i tagli per ciascun ministero. Cercheremo - ha garantito Berlusconi - di effettuare la contrazione minore per ogni ministero, ne discuteremo e arriveremo a una decisione che mi auguro sarà di buon senso e accolta da tutti". "D'ora in avanti mi trasferirò come sede principale di lavoro in Parlamento, perché le riforme varate dal governo devono essere trasformate in legge", annuncia il premier. "Abbiamo da attuare la riforma dell'architettura istituzionale, la legge elettorale, le riforma del fisco e quella della giustizia".

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