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"Basta con l'asse franco-tedesco"

Il ministro degli Esteri Franco Frattini

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Sarkò che arriva a Tripoli per primo, Carlà che rende papà Nicolà che intanto tratta con Angelà... insomma, tutti questi esagerati «accenti» hanno scosso il ministro Frattini che ne ha posto uno anch'egli: «Basta con l'asse franco-tedesco perché una situazione globale non si risolve con assi bilaterali». E basta con i rinvii, perché possono condurre al fallimento della Grecia con effetti devastanti per tutta la Ue. Altro che Europa unita: da Lussemburgo, il vertice della Farnesina ha alzato ieri la voce contro la strana coppia Merkel-Sarkozy, rilanciato domenica dal summit a due di Berlino, un vero e proprio tête à tête, perché fa e disfa senza troppi riguardi per i partner e con esiti incerti, scatenando le reazioni dei francesi e dei tedeschi. Appare più conciliante quella di Parigi, che si limita ad affermare come non esista alcun Direttorio; velenosa quella di Berlino che sottolinea la grandezza delle due economie per giustificare, nello scenario delle misure anti-crisi, un titolo di assoluta preminenza. Insomma, per la serie «le massime del Marchese del Grillo» di sordiana memoria, il concetto è: «Noi siamo noi e voi non siete un...». Concetto in qualche modo ribadito da Obama che si è intrattenuto telefonicamente con gli «alleati chiave», Cameron e Sarkozy, appoggiando apertamente l'asse franco tedesco: «Serve un'azione decisa». E Sarkò ha detto a Barack che «la Francia e la Germania sono impegnate in una soluzione globale e duratura alle difficoltà della zona euro prima del G20 di Cannes» in programma il 3-4 novembre, dopo quelle europeo in agenda il 23 ottobre. Ma Frattini esplicita per filo e per segno il suo turbamento: «Francamente, di tutto l'incontro di domenica non siamo riusciti a comprendere quale sia stato il succo: non c'era un'agenda dichiarata, ma non sappiamo neanche se ci fosse un'agenda sostanziale. Sarebbe molto meglio rilanciare un metodo realmente comunitario, che faccia sedere tutti i Paesi membri intorno al tavolo del Consiglio senza perdere tutto questo tempo, rischiando di far fallire la Grecia». Rassicurazioni sono giunte d'Oltralpe: «La Francia e la Germania non hanno nessuna vocazione a essere il Direttorio della Ue e non agiscono contro gli altri Stati membri - hanno dichiarato fonti diplomatiche francesi - . Noi discutiamo con i nostri amici tedeschi le soluzioni che ci sembrano più opportune, ma non imponiamo agli altri le soluzioni a due. Spocchiosa la reazione di Berlino: «Germania e Francia sono le economie nazionali più grandi dell'Eurozona, hanno una responsabilità particolare per il futuro dell'Europa e della moneta unica», ha detto una fonte tedesca.

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