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Scajola: "Berlusconi allarghi la maggioranza"

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L'onorevole Claudio Scajola

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Nessuna trappola, nessuna sfiducia. Ma una richiesta pressante: allargare la maggioranza di governo, anche se questo dovesse voler dire per lui, Silvio Berlusconi, fare un passo indietro. Claudio Scajola non recede. Niente frenate. Al presidente del Consiglio dice chiaro e tondo quello che va ripetendo da giorni ai suoi. E tre ore di colloquio a palazzo Grazioli non lo inducono a disfare la tela che sta tessendo insieme a Beppe Pisanu, con il quale lima in queste ore un documento e valuta la possibilità di costituire gruppi autonomi alla Camera e al Senato. Dopo giorni di tensione, una lunga colazione di tre ore a palazzo Grazioli (non preceduta, assicura l'ex ministro, da nessuna lettera) mette a confronto Berlusconi e Scajola. Il premier, raccontano gli scajoliani, ha chiamato ieri il politico ligure suo alleato dal '94 per invitarlo, annunciandogli anche la presenza di Gianni Letta e Fedele Confalonieri. Un contesto amichevole, dunque (presente anche Angelino Alfano). Ma che non ha di certo indotto Scajola a recedere dalle sue posizioni. Innanzitutto la premessa: «Non ti voterò mai la sfiducia, non ti tenderò trappole». Poi Scajola ha messo sul tavolo le sue convinzioni: la necessità di dare una scossa alla legislatura con il varo di provvedimenti di peso come le misure per lo sviluppo. E l'assoluta necessità, a questo scopo, di «allargare la maggioranza» ai moderati. Anche se per vincere le resistenze di chi come Casini dovrebbe essere coinvolto, fosse necessario un passo indietro dello stesso Berlusconi. In una nota Scajola nega di aver riferito ad alcuno il colloquio con il premier, che definisce «lungo, franco e amichevole». E respinge il tentativo di chi vuole «intorbidire le acque». Ma diverse fonti della maggioranza confermano i contenuti dell'incontro, nel corso del quale l'ex ministro si sarebbe lamentato con il premier anche del Pdl, di come esso sia diventato un «partito estremista». E avrebbe respinto le offerte di incarichi nel partito o nel governo, assicurando che non è alla ricerca di prebende. Il risultato è quello che appare al momento un incontro interlocutorio, con i due protagonisti fermi entrambi sulle loro posizioni, che si danno appuntamento di nuovo in settimana. Ma intanto Scajola non smette di tessere la sua tela. Tant'è che nel pomeriggio incontra, assieme a Beppe Pisanu, Gianni Alemanno («uno scambio di vedute. Non ho nessuna intenzione di fare il frondista», assicura il sindaco). Poi Scajola va alla Camera, ma arriva troppo tardi per votare ed evitare alla maggioranza di essere battuta dall'opposizione. Una circostanza, questa, che fa lievitare i sospetti di un'assenza voluta, studiata ad arte per lanciare un segnale forte a Berlusconi. Circostanza che però gli scajoliani seccamente smentiscono. In serata, il politico ligure vede i suoi di nuovo a cena. Ma prima rivede Pisanu. Con lui sta infatti limando, secondo quanto si apprende, il documento in cui mettere nero su bianco le critiche all'attuale maggioranza e la richiesta al Cavaliere di allargarne i confini. Da domani si cercheranno le firme da apporre in calce al testo. E a partire da lì, riferisce chi è vicino all'ex ministro, l'obiettivo sarebbe arrivare alla costituzione di nuovi gruppi scajolian-pisaniani distinti dal Pdl, per avere più autonomia in Parlamento. Chissà che non possano venire incontro al malcontento di chi, anche tra i responsabili, è sempre più convinto che così non si può più andare avanti.  

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