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La massoneria torna in gioco e presenta un piano di riforme

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Perintenderci la massoneria che come recita il sito: «stimola la fratellanza, cerca il dialogo, pratica la giustizia». Niente sette religiose, niente riti segreti, «nessuna organizzazione che ha qualcosa da nascondere, ma dà libero accesso ai propri archivi» dicono gli iscritti. Il Grande Oriente vuole rientrare nella storia e dare il suo contributo al rinnovamento della società. Vuole essere un grande laboratorio come è emerso dal convegno «Dalla Campania per l'Italia» che si è svolto a Napoli nella spettacolare cornice del Teatrino di Corte di Palazzo Reale. Dal dibattito, moderato dal giornalista Alessandro Cecchi Paone, è emersa la gran voglia di riscatto del Sud. In verità la rinascita è il cavallo di battaglia di tutti coloro che parlano del Mezzogiorno e delle poche prospettive che offre ai giovani. La novità del Grande Oriente può vedersi nel confronto continuo che vuole instaurare con le forze politiche, sociali e culturali del Sud e nel concetto che «la scoperta dell'errore non è una sconfitta, ma una conquista da applicare» come ha sottolineato il Gran Maestro del Grande Oriente, Gustavo Raffi, giunto al suo terzo mandato (per modifica statutaria). Raffi ha lanciato la proposta di un progetto che punti su legalità e scuola. «Siamo dalla parte di chi denuncia malaffare e interessi di parte, di chi strappa i ragazzi alla droga e dei tanti insegnanti sottopagati che a Scampia insegnano che la violenza non è la verità. Rafforzare il Mezzogiorno deve essere la priorità del Paese perché significa lavoro e diritti. Basta con la cultura dei mandolini e dei nuovi Pulcinella». La platea composta da gente di ogni età applaude convinta, ma sente sue le parole del Gran Maestro sulla camorra: «A Napoli non si devono bruciare i cassonetti, ma la rabbia per ciò che non c'è. I camorristi sono la vera spazzatura da consegnare alle patrie galere. È inammissibile che la criminalità sia considerata un ammortizzatore sociale». Il Grande Oriente vagheggia un Sud liberato da logiche clientelari e assistenzialismo, dove non si pensi a recuperare il tempo perduto, ma ad anticiparlo. L'appello dei massoni è alla coesione nazionale, a un nuovo Patto di Fratellanza che conduca al Nuovo Risorgimento della Ragione. Chi pensa che tutto ciò sia utopico, riceverà puntuale smentita: «la società ideale non esiste – conclude Raffi – ma ciò non ci esime dal doverla cercare, da suggerire idee e soluzioni a chi ha il potere di cambiare le cose». Già perché il Grande Oriente d'Italia non fa politica.

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