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Premio Tatarella, il sindaco Emiliano prende tempo

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Allostato nelle casse del comune di Bari non ci sono le risorse per organizzare l'appuntamento letterario fondato nel 1998 dal leader della destra pugliese, ma il sindaco Michele Emiliano non vuole proprio passare per l'affossatore di un evento di rilevanza nazionale ed internazionale, e prova a minimizzare la querelle. «Tutte sciocchezze», afferma con "piglio" da vero giacobino dalemiano. Sullo sfondo resta solo una dichiarazione di intenti: «L'amministrazione si impegnerà a proseguire con cadenza annuale l'appuntamento». Prospettiva un po' fumosa, soprattutto perché è giudicata di fatto irrealistica dal direttore della ripartizione culture del municipio, Paola Bibbò, storica collaboratrice di Tatarella e da sempre organizzatrice dell'appuntamento: «Adesso anche se in fase di riequilibrio di bilancio si dovessero trovare i soldi, non facciamo più in tempo per l'edizione 2011». Emiliano, però, non demorde: «Il premio Tatarella costa relativamente poco, solo 150mila euro, rispetto ad altre voci. Quindi potrebbe perfino salvarsi. Stiamo aspettando la conversione in legge della finanziaria del Governo». Infine arrivano bordate contro l'amministrazione del sindaco del Pd anche da sinistra. «Si stia progressivamente distruggendo tutto quel che c'è di interessante in questa città», taglia corto Nicola Laforgia, consigliere comunale vendoliano, che in passato aveva addirittura proposto di cambiare nome al premio. M.D.F.

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