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Il delirio di Ahmadinejad svuota l'Assemblea dell'Onu

Il presidente dell'Iran Mahmoud Ahmadinejad

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Ahmadinejad straparla e svuota l'Assemblea generale. Il delirio verbale del presidente iraniano ha messo in disparte la questione palestinese. Il discorso di Ahmadinejad ha ricalcato i temi a lui cari. Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha usato nuovamente il podio dell'Assemblea Generale dell'Onu per negare l'Olocausto e accusare gli Usa di mentire sull'11 settembre. L'ex pasdaran, uomo forte di Teheran, è partito dalla tratta degli schiavi dall'Africa all'America per finire alla recessione economica di questi giorni. In particolare Ahmadinejad ha dichiarato che gli Stati Uniti hanno ucciso Osama Bin Laden invece di sottoporlo ad un processo che avrebbe potuto far luce «sull'incidente» dell'11 settembre 2011 e «hanno gettato il suo corpo in mare». Il presidente iraniano ha anche accusato di «arroganza» le potenze occidentali che «minacciano chiunque metta in discussione l'Olocausto e l'attacco alle Torri Gemelle con sanzioni e azioni militari». I rappresentanti di Italia, Usa, e dei Paesi Ue alle Nazioni Unite, si sono alzati e hanno lasciato il loro scranno. Il presidente iraniano Mahmud Ahmaedinejad ha continuato puntando il dito contro «l'occupazione militare» americana nel mondo, chiamando in causa anche l'Italia, colpevole, a suo dire, di ospitare 83 basi Usa. «Qual è la giustificazione delle centinaia di basi americane, militari e d'intelligence, in diverse parti del mondo - ha chiesto retoricamente il presidente iraniano - comprese le 268 basi in Germania, 124 in Giappone, 87 in Corea del Sud, 83 in Italia, 45 in Gran Bretagna, 21 in Portogallo?». Le esternazioni di Ahmadinejad hanno così messo in secondo piano la questione palestinese. Abu Mazen presenterà oggi la formale richiesta di riconoscimento della Palestina, ma l'iniziativa è destinata a infrangersi contro il veto degli Stati Uniti. Uno stallo che preoccupa Israele che ha alzato il livello di allerta temendo una Terza Intifada. Anche se il vero pericolo è una «guerra intestina» tra formazioni palestinesi. Il fallimento di Abu Mazen scatenerebbe, infatti, la reazione di Hamas che potrebbe sfruttare la possibile debacle all'Onu del presidente dell'Anp per puntare alla conquista della Cisgiordania. Eppure in queste ore arrivano proprio da Israele voci favorevole alla Stato di Palestina. «Riconoscere la Palestina per il bene d'Israele». È questo lo slogan con il quale - sotto un insolito sventolio di bandiere palestinesi nel cuore sionista di Tel Aviv - nomi illustri della cultura israeliana e di veterani della politica, delle forze armate e della diplomazia hanno rilanciato la loro campagna pacifista, e controcorrente, a favore del riconoscimento di quello Stato palestinese che il presidente Abu Mazen sollecita in questi giorni.

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