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«Fase drammatica, ognuno faccia la sua parte»

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GiorgioNapolitano lancia un nuovo forte appello affinché si concretizzi, in questa fase «drammatica» dell'economia, uno sforzo comune, in cui ognuno deve fare la sua parte, per abbattere la montagna del debito pubblico e avviare le necessarie misure per lo sviluppo. L'Italia deve accettare la sfida di «tornare a crescere unita». Dopo un «già pesante 2011» dovrà affrontare «un nuovo grande sforzo comune» negli anni a venire, scandisce il Capo dello Stato parlando agli studenti in occasione dell'inaugurazione dell'anno scolastico. E chiede al Paese «un grande sforzo» che gli «garantisca un degno futuro», a partire, appunto, dall'«ineludibile abbattimento del debito pubblico». È un feeling speciale, quello che lega Napolitano ai giovani. Il capo dello Stato inizia il suo discorso con parole chiare: «Tutti noi che abbiamo responsabilità nella guida del Paese, abbiamo il dovere di darvi speranza, di darvi seriamente motivi di fiducia nel domani». La crisi economica, dunque, resta per Napolitano il principale assillo. «Il nostro Paese è chiamato a prove difficili - dice -, e quindi ad un nuovo grande sforzo comune negli anni che ci stanno davanti, dopo questo già pesante 2011». E, ricordando che «l'Italia si sta cimentando con precisi impegni di riequilibrio finanziario», aggiunge: «Deve ora affrontare senza indugio la sfida del tornare a crescere, di più e meglio. Di crescere unita». In questo, il capo dello Stato è fiducioso: l'Italia ha saputo superare «momenti drammatici e prove dure e difficili». E questi momenti sono tornati ma «può farcela con un grande sforzo». Un impegno che passa innanzitutto dall'abbattimento del «peso abnorme del debito», di cui il Paese si sta facendo «duramente carico». «Guai - ammonisce - a non farcene carico. Non possiamo lasciare sulle spalle delle generazioni più giovani quella montagna di debito». Tuttavia, per farcela non basta cimentarsi «solo con precisi impegni di riequilibrio finanziario». C'è una «sfida» che va affrontata «con l'assillo di dare una scossa al muro della disoccupazione giovanile: è l'assillo di tante famiglie, ed anche il mio». La costruzione di un futuro migliore passa da una scuola «inclusiva, moderna» e che abbia «adeguate risorse». Perché, pur nel «massimo rigore» dei conti, per Napolitano è «possibile stabilire un nuovo ordine di priorità, nel quale non sia riservata alla scuola una collocazione riduttiva, attribuendo una quota chiaramente insufficiente alle risorse per l'istruzione, l'alta formazione, la ricerca».

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