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Gianpi voleva 100 milioni dagli appalti Finmeccanica

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Ilfaccendiere barese sperava di accaparrarsi, dopo il contatto ricevuto con Guido Bertolaso dal premier Silvio Berlusconi, appalti e le procedure negoziali gestiti dalla società Sel Proc del gruppo Finmeccanica per la Protezione civile, e su questa enorme budget sono concentrate le attenzioni della Procura di Bari, che ha ipotizzato al riguardo il reato di associazione a delinquere finalizzato alla turbativa d'asta. Questo filone di indagine è stato stralciato da quello originario sulle escort arruolate da Tarantini per le feste presidenziali: fonti giudiziarie escludono che Pier Francesco Guarguaglini, presidente di Finmeccanica, la moglie Marina Grossi, amministratrice di Selex Sistemi Integrati (una controllata della holding) e Guido Bertolaso, ex capo della Protezione Civile, siano indagati nell'inchiesta, mentre accertamenti accurati sono ancora in corso su Gianpaolo Tarantini, sull'imprenditore di area Pd Enrico Intini e su altri alti dirigenti di Finmeccanica. Dall'informativa degli investigatori risalta in pieno la scaltrezza di Tarantini che, consigliato sui comportamenti da tenere con alti esponenti istituzionali da un imprenditore di chiara fede dalemiana come Roberto De Santis, ordiva una tela trasversale per entrare nel giro degli appalti gestiti da Finmeccanica. L'incontro del tandem Tarantini-Intini alla Protezione Civile avveniva il 14 novembre 2008. Gianpi ne riferiva in questi termini a De Santis: «Ci ha proposto una bella cosa... di entrare... stanno preparando una società mista fra Protezione Civile e Finmeccanica che controlla tutte le tecnologie, una cosa seria una cosa enorme...». L'affare, però, saltò e si ripiegò sulla gestione di subappalti, come ricordato da Tarantini in un interrogatorio davanti ai magistrati di Napoli nel 2009: «Fu così che puntammo decisamente e tutto sull'opzione alternativa, quella dell'affidamento ai subappalti. Anche questo progetto non è andato più a buon fine, almeno per quanto è a mia conoscenza, a seguito delle mie note vicende giudiziarie». Dopo descrisse nel dettaglio i rapporti con Intini, che aveva interessi nella costruzione di carceri e caserme: «Alla fine - spiegò Tarantini - d'accordo tra noi si optò per una presentazione con Bertolaso che mi sembrò l'unica delle cose "più pulita", nel senso di lecita, che Intini mi aveva proposto, in quanto mi chiedeva esclusivamente di poter essere presentato a Bertolaso». Le altre opzioni al mediatore barese sembravano avere «profili di illiceità», e quindi non ne parlò mai con Berlusconi. A dare la sua versione dei fatti sulla vicenda c'è anche Pier Francesco Guarguaglini. La telefonata con la quale Berlusconi gli segnalò la possibilità di coinvolgere nel nascente progetto della società Sel Proc anche il gruppo Intini è del 15 dicembre 2008. Il patron di Finmeccanica spense le speranze del Cavaliere: «Risposi subito di no, di getto. La Sel Proc era al cento per cento di aziende del gruppo Finmeccanica, come faceva a far entrare un imprenditore esterno?». M.D.F.

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