Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Ricatti premier, interrogato Ghedini I pm a Berlusconi: scelga una data

L'avvocato del premier Berlusconi, Nicolò Ghedini

  • a
  • a
  • a

Da giovedì 15 a domenica 18 settembre. Sono le quattro possibili date tra le quali, secondo la procura di Napoli, Silvio Berlusconi potrà scegliere quella dell'incontro con i pm che indagano sulla presunta estorsione messa in atto ai suoi danni da Tarantini e Lavitola. L'incontro oggi è saltato per la trasferta Ue del premier. La polemica comincia in mattinata con l'intervento del procuratore capo del capoluogo partenopeo, Giovandomenico Lepore: la memoria difensiva depositata dai legali di Berlusconi "non basta a evitare il faccia a faccia coi magistrati. Va sentita la parte lesa - spiega il magistrato - noi abbiamo elementi per pensare che ci sia un'estorsione e la vittima, il premier, nega, quindi dobbiamo sapere i particolari". Spunta l'ipotesi dell'accompagnamento coatto per Berlusconi in caso di mancato faccia a faccia con i giudici. Tocca allo stesso Lepore precisare: "l'ipotesi di costringere il premier a rendere testimonianza come parte lesa resta un'ipotesi remota. Comunque dovremmo passare per la Camera. Abbiamo proposto un ventaglio di date e quindi non credo si farà nulla del genere". Il Pdl protesta e la reazione del partito si concretizza in un'interrogazione a risposta in aula rivolta al ministro della Giustizia, Nitto Francesco Palma, in cui si punta il dito contro la decisione con la quale sarebbero stati sollevati dal segreto professionale, pur opposto, i difensori di un indagato, obbligandoli a rispondere. "Se quest'ultima circostanza risultasse confermata - scrivono Costa, Contento e Sisto - ci si troverebbe di fronte ad una palese violazione del diritto di difesa finalizzata a raccogliere, travolgendo le regole processuali, ma in sintonia con le dichiarazioni del procuratore Capo di Napoli, "fatti specifici da contestare" alla vittima del reato rendendo lecito il dubbio che in concreto le indagini siano orientate contro il presidente del Consiglio. Cosa che solo il giudice può fare". Nel mirino anche le parole di Lepore a Radio24: al guardasigilli si chiede se, "viste le circostanze, non sia opportuno disporre un'ispezione". A rincarare la dose provevde il vicecapogruppo del Pdl alla Camera, Osvaldo Napoli, che attribuisce alla procura partenopea "velleità golpiste". Mentre per il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, "il problema non è Napoli che fa le indagini, ma Berlusconi che dimostra di non avere caratura morale e levatura politica perché inventa storie per non andare dai magistrati". Ghedini ascoltato dai pm di Napoli: l'avvocato di Silvio Berlusconi e parlamentare del Pdl è stato interrogato questa sera a Roma dai magistrati che indagano sul presunto ricatto ai danni del presidente del Consiglio. Ghedini è stato ascoltato in qualità di persona informata dei fatti dai sostituti Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli e Henry Jhon Woodcock. Il parlamentare-avvocato è stato sentito dai magistrati con l'obiettivo di approfondire la circostanza - riferita anche da Tarantini nell'interrogatorio di garanzia - secondo cui Ghedini sarebbe stato a conoscenza dei soldi che Berlusconi elargiva a Gianpi tramite Lavitola. "La persona in assoluto più vicina al presidente del Consiglio - ha messo a verbale Tarantini - è l'onorevole Ghedini. Quindi credo che quando Berlusconi faccia determinati conti o cose, Ghedini sappia". "Supposizioni" le ha definite Ghedini nei giorni scorsi, ribadendolo - secondo quanto si è appreso - anche oggi ai magistrati. «Non mi sono mai occupato della contabilità personale del presidente Berlusconi" ha detto ancora il legale sottolineando che, in ogni caso "è fisiologico che un avvocato penalista possa essere avvisato dal proprio cliente di una richiesta estorsiva. Così non è stato. Ma anche se tale notizia mi fosse stata comunicata, nulla di illecito o di deontologicamente scorretto potrebbe prospettarsi". "Non sapevo dei 500 mila euro" dice l'avvocato del premier dopo essere stato ascoltato dai pm di Napoli. "Faccio l'avvocato e sono qui per il mio lavoro". Nicolò Ghedini è stato sentito a Roma dai magistrati di Napoli John Wooodcock, Francesco Curcio e Francesco Piscitelli. Non ho assolutamente nulla da dire - sottolinea ai cronisti uscendo dalla sede della Direzione Nazionale Antimafia - Non sono stato interrogato su nulla".

Dai blog