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Obama va in pressing sul Congresso

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Eccoperché è importante che «il Congresso approvi subito il piano sul lavoro». All'indomani del suo discorso a Capitol Hill, Barack Obama torna alla carica, esortando il Congresso a far presto nel dare il suo via libera al progetto che secondo la Casa Bianca rilancerà l'economia americana. Davanti all'università di Richmond in Virginia, il presidente ha fatto capire che questo sarà il suo refrain delle prossime uscite pubbliche. La sua tesi è semplice: nel piano ci sono idee e soluzioni che in passato sono state appoggiate non solo dai democratici, ma anche dai repubblicani. Per cui, come ha detto giovedì, bisogna farla finita «con il circo politico e agire insieme contro la crisi». Ma sul punto i conservatori mantengono tutte le loro riserve. Tanto che cominciano a emergere i primi commenti agro-dolci da parte dell'opposizione, senza il cui appoggio il piano rimarrebbe lettera morta. «Molte delle proposte in campo sono le stesse che sosteniamo da tempo. Tuttavia, - avverte Eric Cantor, capogruppo repubblicano alla Camera - se Obama parte con la logica degli ultimatum, del prendere o lasciare, non andrà molto lontano». Intanto, dal G7 finanziario di Marsiglia, il segretario del tesoro, Tim Geithner, lancia al resto del mondo, in preda all'ennesimo tracollo di borsa, messaggi rassicuranti sui rischi di una nuova recessione. L'economia degli Stati Uniti, afferma, «è ancora in crescita» e il nuovo piano sull'occupazione lanciato dal governo contribuirà «ad accelerare» questo incremento.

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