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Riappare Gheddafi: "Continuate la lotta"

Gheddafi

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Come l'araba fenice, Gheddafi torna a farsi vivo. Pronto a lunga battaglia anche se il Paese brucia e d è attivamente ricercato dagli insorti. L'ormai ex leader libico Muammar Gheddafi ha dichiarato di essere pronto a una «lunga battaglia» anche se la Libia «brucia». «Se vogliono una lunga battaglia, che sia lunga. Se la Libia brucia chi potrà governarla? Che bruci», ha detto il colonnello in un messaggio audio, diffuso dalla televisione siriana Al Rai. I ribelli hanno prolungato l'ultimatum ai lealisti di sette giorni. «Noi gli diamo una settimana supplementare. Sirte non è un obiettivo così strategico per giustificare azione frettolose», ha dichiarato Mohammed Zawawi, precisando che l'ultimatum riguarda anche Sabha e Bani Walid, altre due roccaforti del regime di Muammar Gheddafi che continua a perdere pezzi. Ieri, l'ex premier del regime, Al Baghdadi Al Mahmoudi, è passato dalla parte dei ribelli. Il raìs, attraverso la tv siriana, ha spinto nuovamente i sostenitori a combattere per la Libia e ha ribadito che le tribù lealiste sono armate e non si arrenderanno. Il Colonnello promette che «non si arrenderà mai», e minaccia che la Libia sarà messa «a ferro e fuoco», affermando che sarà «una lunga battaglia» e che alla fine «noi vinceremo». «Non siamo donne - ha detto - non siamo schiavi». Per lanciare il suo messaggio, indirizzato anche «alle tribù di Tripoli», il colonnello ha scelto il canale Al Rai, con base a Damasco, da cui l'altra notte anche il figlio Saif al Islam aveva incitato Sirte a «resistere» contro i ribelli. La voce di Gheddafi, nel suo discorso lungo circa dieci minuti, ritrasmesso anche dal canale satellitare Al Arabiya, è apparsa più calma rispetto agli ultimi messaggi audio. «Non ci si può illudere di aver vinto la guerra. Purtroppo la presenza di Gheddafi può ancora determinare le sorti della Libia. La situazione è molto delicata e pericolosa. Prego affinchè tutto ciò finisca il prima possibile». È quanto afferma ad AsiaNews mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, Vicario apostolico di Tripoli, in questi giorni in Italia per motivi di salute e sicurezza. Il prelato si dice desideroso di ritornare in Libia e lo farà appena la situazione lo permette. «Mi auguro - aggiunge - che le due fazioni giungano presto a una soluzione per ricostruire il Paese e riportarlo alla normalità». In attesa di una soluzione - pacifica o meno - a Sirte, una delle ultime roccaforti di Muammar Gheddafi, i combattimenti tra ribelli e lealisti si sono spostati a Bani Walid, più a sud, dove potrebbe trovarsi proprio il Colonnello, secondo gli insorti. «Ci sono stati dei combattimenti intorno a Bani Walid. Secondo le mie informazioni, Gheddafi avrebbe lì un migliaio di uomini» ha dichiarato il capo di un gruppo ribelle di Abd Araouf, circa 80 chilometri a nord-est di Bani Walid. «Abbiamo delle informazioni secondo cui Gheddafi sarebbe a Bani Walid da due giorni, ma non sono totalmente confermate», ha dichiarato il vicepresidente del Consiglio nazionale di transizione (Cnt), Abdel Hafiz Ghoga. «I combattenti rivoluzionari avanzano e speriamo in una fine vicina del conflitto» ha aggiunto.

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