Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Pescara e L'Aquila, città sorelle così lontane

default_image

  • a
  • a
  • a

PESCARA Quarant'anni passati a guardarsi in cagnesco, con la diffidenza spietata di chi si è allevato una serpe in seno. Esattamente quarant'anni e un terremoto ci son voluti per impostare una road map tra due città separate da cento chilometri di strada e da un abisso culturale: L'Aquila e Pescara si ritrovano pilotate sulla strada di un gemellaggio che ha un vezzo di unicità, quello di legare due comunità della stessa regione. Città spaccate nel 1971 da una scelta politica costata tre giorni di rivolta, che sfiorarono Pescara trasformando L'Aquila in un campo di battaglia. Era un febbraio gelido, quello in cui la Regione Abruzzo si decise a varare il suo primo statuto, quello che faceva migrare le riunioni di Giunta e un pacchetto di assessorati di peso dal capoluogo storico, L'Aquila, sulla costa, a Pescara, in piena fase di slancio e economico. Ci volle poco, pochissimo ad accendere la miccia e a far fiorire le barricate. Furono devastate le sedi dei partiti, Pci e Dc su tutti, negozi con radici pescaresi, case di esponenti politici. A pochi mesi dalla sommossa di Reggio Calabria, a Roma quella protesta arrivò come una frustata e la risposta fu di una durezza innaturale. Celerini in forze, ragazzi impauriti chiusi in una divisa, si trovarono di fronte cittadini fin troppo normali che accusavano i loro politici di averli venduti. Lo statuto fu approvato a porte chiuse e scavò un solco che ha segnato per sempre la separazione di un territorio. Il terremoto due anni fa ha creato una solidarietà nuova, non gestita dalla politica, ma tessuta dai rapporti personali. La necessità di una casa ha spinto molti aquilani sulla costa e Pescara è stata città ospitale. Ma è tiepida, per non dire freddina, l'accoglienza riservata a un'iniziativa come quella del gemellaggio ideata e impostata in pochi giorni e senza una reale base economica. Segno che la strada da fare è ancora lunga. La proposta nasce dal vicepresidente del consiglio regionale Giorgio De Matteis ed è stata immediatamente sposata dal governatore Gianni Chiodi e dai sindaci Massimo Cialente e Luigi Albore Mascia. Ora dovrà passare nei due consigli comunali e visti i venticelli non completamente favorevoli che spirano una cosa è sicura: sarà divertente seguire i dibattiti.

Dai blog