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La difesa di Milanese: "Mai preso tangenti"

Il deputato Marco Milanese

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Ottantuno pagine e ventotto allegati per dimostrare da un lato «la mancanza e la gravità degli indizi che sono il presupposto della misura cautelare richiesta», dall'altro «la deficienza, anche in termini di concretezza, delle esigenze cautelari» che sono a fondamento della richiesta di arresto del gip del tribunale di Napoli. Il deputato del Pdl Marco Milanese consegna la sua memoria difensiva alla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera che si riunisce oggi per discutere la richiesta d'arresto avanzata dai magistrati napoletani nei suoi confronti e contesta punto su punto le accuse mossegli. Non è lui l'uomo-chiave delle nomine nelle società partecipate dal ministero dell'Economia. Così come è escluso «nella maniera più assoluta» che abbia favorito alcuni imprenditori nell'acquisizione di appalti pubblici e che abbia preso «soldi e regali» dagli imprenditori che ora l'accusano. È vero, invece, che esiste un «fumus persecuitonis» nei suoi confronti che «non ha nulla a che vedere con un complotto» ordito dalla magistratura contro di lui o contro il Pdl e però «si sostanzia in un'iniziativa giudiziaria che assume la veste della persecuzione» e che «sembra esclusivamente dovuto agli indagati appartenenti alla cosiddetta "casta" politica». «Si è arrivati a dare per scontato - scrive l'ex consigliere di Tremonti - addirittura, che all'interno delle mie cassette di sicurezza si trovino 11 milioni di euro, ovvero chissà quale altro tesoro, e che io potessi essere il deus ex machina di tutte le nomine. Così non è». Falso - a suo dire - anche quanto è stato scritto sulla casa utilizzata per un periodo da Giulio Tremonti. «Il ministro ha corrisposto, quale partecipazione all'affitto dell'immobile (che si trova in via Campo Marzio, a Roma ndr), a partire dalla seconda metà del 2008, la somma mensile di circa 4mila euro, corrispostemi settimanalmente». L'abitazione, insomma, non sarebbe stata ceduta a titolo gratuito da Milanese al titolare dell'Economia, così come sostengono i magistrati. Il pagamento, sostiene l'ex consigliere del ministro, è andato avanti fino a quando Tremonti non ha lasciato l'appartamento ed è stato effettuato sempre in contanti. «A mia volta -sostiene il deputato - ho corrisposto la somma di circa 30mila euro, versata regolarmente con bonifici bancari». Nella memoria l'ex consigliere del ministro affronta anche la questione dei lavori di ristrutturazione dell'immobile per un valore di circa 200mila euro: secondo l'accusa eseguiti gratuitamente dall'impresa Proietti che, in cambio, avrebbe ottenuto appalti dalla Sogei. Ma, dice Milanese, «si è taciuto che il Proietti è l'impresa di fiducia, da sempre, del Pio Sodalizio dei Piceni (proprietario dell'immobile, ndr) e che i rapporti dello stesso con la Sogei risalgono addirittura al 2001». Ed inoltre, «i lavori effettuati su un importo di duecentomila euro, allo stato sono di soli 50mila euro». Non sono frutto di una tangente, sostiene poi il parlamentare, le mille sterline d'oro che erano nelle sue cassette di sicurezza. «Appartengono invece alla famiglia della mia ex moglie e le provengono da una eredità», dice. Milanese lancia anche un paio di accuse. Contro alcune «procure colabrodo» dalle «atti processuali riservati» finiscono direttamente sui giornali; contro una campagna stampa «feroce» che, a suo dire, sarebbe stata messa in atto contro di lui da parte di una «certa stampa vicina al dottor Marra e al generale Adinolfi» (il presidente dell'agenzia Adn Kronos e il capo di stato maggiore della Gdf indagati entrambi nell'inchiesta P4, ndr). E contro chi vuole «a tutti i costi trasformare un incontro conviviale in un'occasione criminale». Quest'ultimo riferimento è alla cena che si è tenuta a casa dell'avvocato romano Luigi Fischetti e alla quale parteciparono il ministro Tremonti, il procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo e lo stesso Milanese. Secondo i pm il deputato sapeva già di essere indagato e il procuratore aveva già sentito alcuni testimoni d'accusa proprio contro di lui.

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