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Quando il Carroccio era esempio «di malcostume e cattiva politica»

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IlPresidente della Camera Gianfranco Fini è diventato un fan della Lega Nord. Chi vuole il potere è disposto a tutto pur di abbattere il proprio nemico (Berlusconi). E pensare che un tempo Gianfranco Fini odiava la Lega. Dopo il primo successo del Carroccio alle elezioni europee, Fini apostrofò questo partito così: «Roba da asilo infantile» («Il Giorno» del 18 agosto 1989). Nel 1990 Fini teorizzò anche il processo di massa ai dirigenti della Lega perché offendevano i padri del Risorgimento: «Gli insulti dei leghisti agli indimenticabili eroi della nostra storia debbono essere portati davanti alla magistratura, perché il vilipendio di questi avventurieri della politica deve essere punito come si merita» (Ansa, 22 aprile 1990). Il 15 aprile del 1994, pochi giorni dopo la vittoria delle elezioni politiche, Fini fece questo ritratto di Umberto Bossi: «È uno che passa il tempo a smentire se stesso, e senza mai pagarne le conseguenze. È veramente rozzo» («L'Espresso»). La verità è che Fini non ha mai condiviso nulla della politica della Lega. Infatti, sull'annosa questione delle quote latte, Fini aveva definito l'atteggiamento della Lega come un esempio di «malcostume e di cattiva politica» («La Repubblica», 14 luglio 2010). Ma anche tra Fini e Maroni non sempre è corso buon sangue. I due hanno litigato nel 2009 sulla proposta di Maroni, che avrebbe voluto dare ai Presidi il diritto di denunciare i genitori degli alunni non in regola con il permesso di soggiorno. Il 4 maggio del 2009 Fini scrisse una lettera a Maroni per bloccare l'iniziativa. Il 30 giugno del 2009 la fondazione finiana Farefuturo attaccò il ministro dell'Interno Roberto Maroni, proponendo di affidare il controllo della gestione dei flussi migratori dal ministero degli Interni a quello degli Esteri. Il quotidiano «La Padania» del 30 giugno del 2009 non ebbe alcun dubbio nel definire quell'offensiva frutto della volontà di Fini: «Sarà – scrisse il quotidiano della Lega – che al Presidente della Camera non va il taglio dei flussi che Maroni ha attuato da quando siede al Quirinale?».

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